La notizia è arrivata come un fulmine, come un ciclone e non si trattava di una delle tante perturbazioni meteorologiche che stanno martoriando la nostra regione. No. Si tratta di una notizia choc. Due Procure molisane (il 66% del totale) stanno svolgendo indagini sull’Asrem per vedere se ci sono lavoratori raccomandati. La notizia ha fatto il giro delle redazioni, ha sconvolto i tavoli della politica fino a mandare in crisi le istituzioni. Perché? Sul fenomeno delle raccomandazioni negli uffici pubblici molisani giravano strane voci, spesso relegate a leggende metropolitane. Qualcuno mormorava che negli uffici pubblici fossero stipendiati non i meritevoli o vincitori di concorso, ma amici degli amici o amici proprio che si erano accaparrati un lavoro grazie alle conoscenze. Ma erano solo voci, bisbiglii, impercettibili rumori.
E il fatto stesso che gli organi di controllo siano riusciti ad avviare un’inchiesta dopo oltre trenta anni di indagini la dice lunga sulla carsicità del fenomeno, la sua difficilissima individuazione. Il punto è che adesso si è scoperto un vero e proprio vaso di Pandora. Leggendo ad esempio i nomi dei dipendenti Asrem (e dei consulenti) si è visto che, tranne casi di omonimia, ci stava di tutto, praticamente la prima la seconda e la terza repubblica molisana. Figli, mogli, generi, cognati, agnati, comari e compari, amici e portavoti o semplici portaoggetti: il rischio che gran parte di questi soggetti fosse raccomandato era altissimo. E quindi se si fosse usato il codice penale per perseguire tali diffusissimi episodi sul Molise incombeva lo spettro della paralisi. Ospedali vuoti, uffici vuoti, paralisi completa dell’azione di governo a tutti i livelli, inclusi probabilmente gli stessi organi di controllo. Dall’altro lato un’emergenza carceraria senza confini, con migliaia di soggetti reclusi per essere entrati nella pubblica amministrazione locale senza meriti. Uno scenario da incubo. E da qui è partito l’allarme istituzionale. Domenica scorsa (giorno ormai preferito per l’attività amministrativa regionale) la Giunta ha creato una task force bipartisan (il fenomeno è infatti assolutamente trasversale a tutti gli schieramenti politici) per produrre provvedimenti straordinari di contenimento dell’epidemia da raccomandazione. E a tamburo battente la task force (tenuta segretissima nella sua composizione) ha emanato una proposta di legge su cui anche il governo nazionale ha dato un suo benestare di massima. Noi ne conosciamo il titolo e le modalità operative, atteso che il documento è tenuto riservatissimo e guardato a vista dalle sicurezza locale. Il titolo è “provvedimento di clemenza generale per i dipendenti pubblici assunti con procedura illegittima”. In pratica è un’amnistia per tutti i raccomandati molisani. Secondo le nostre fonti la cosa dovrebbe funzionare così. Per sfuggire alle sanzioni penali e amministrative disposte dalla legge il dipendente pubblico raccomandato avrebbe la possibilità di effettuare una istanza di conciliazione stragiudiziale che condonerebbe tutti gli effetti civili e penali della vicenda. Tutti i richiedenti sarebbero quindi oggetti di un colloquio/audizione presso il consiglio regionale da parte di una commissione creata ad hoc. Della commissione dovrebbero far parte il presidente della Regione o suo delegato, un magistrato della Corte dei conti o suo delegato ed un delegato del Ministero della Giustizia. Il colloquio avrebbe come scopo l’accertamento dell’effettivo pentimento del dipendente pubblico raccomandato. Una volta che il colloquio/audizione ha esito positivo il rappresentante della Regione Molise pronuncia una formula di rito che estingue il contenzioso presente e futuro. La formula dovrebbe essere “mi raccomando, non lo fare più”. Sono previste inoltre delle sanzioni accessorie all’amnistia. Si tratta della perdita di due punti sulla patente per il semplice dipendente e di quattro punti per il dirigente. La legge disciplina anche il caso di chi non è automobilista: Pagherà per un anno il doppio del biglietto dell’autobus se utilizzatore di mezzi pubblici. Prevista anche la punizione per chi è invece solo un ciclista. Per mezz’ora alla settimana dovrà utilizzare una bicicletta priva di sellino.