Fuori nevica ,noi siamo nella stanza di Antonio D’Aimmo, Dirigente amministrativo del Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche “Giovanni Paolo II” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso, oggi Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II”, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come va la Cattolica, i risultati sono buoni?
La nostra struttura, esordisce D’Aimmo , va molto bene, siamo ai primi posti nelle graduatorie Nazionali e questo ci gratifica per il lavoro che ogni giorno svolgono i nostri dipendenti con grande abnegazione.
Ci sono progetti in atto tra strutture sanitarie in Molise?
Si, abbiamo costituito un consorzio insieme alla Neuromed e a Luigi Norante per costruire su un terreno di 45 ettari a Campomarino, una struttura turistica dove costruiremo un grande campo da golf.Questo, lo facciamo per promuovere il turismo nella nostra regione, io vengo da Termoli li ho lasciato il sole qui ho trovato la neve.La
Sanita’ nel Molise , un suo giudizio?
In una Regione di 300.000 abitanti, con la popolazione frammentata , i costi sono maggiori, avere 6 ospedali non e’ piu’ possibile perche’ i tempi sono cambiati, occorre diminuire le strutture ospedaliere e mettere ambulatori nei maggiori paesi.
Essere, il figlio di Florindo D’Aimmo cosa significa?
Mio padre ha lavorato per questa Regione, e il fatto che sia stata intitolata a mio padre la sede del Consiglio Regionale mi riempie di grande soddisfazione .
E per quanto riguarda la politica, si presentera’ alle prossime elezioni regionali?
Ancora non lo so, risponde D’Aimmo, stiamo valutando insieme con alcuni amici questa candidatura staremo a vedere se ne parlera’ sicuramente nel 2018.
Ultima domanda, differenza tra i politici di adesso e quelli di prima.
Quelli di prima , venivano dalla guerra , quelli di adesso sono figli del 68. I partiti , prima mobilitavano tanta gente mentre adesso i partiti non esistono piu’.Vorrei , visto che siamo a fine anno fare un augurio, dobbiamo lavorare tutti insieme per conservare l’autonomia regionale , perche’ conclude , D’Aimmo per noi creare la macroregione significherebbe fare i parenti poveri , per questo occorre che tutti insieme difendiamo la nostra splendida e meravigliosa Regione.
Arnaldo Angiolillo