La Parola alla giornalista ambientale Lucia Navone.
Lucia Navone, giornalista ed esperta di comunicazione ambientale, da oltre vent’anni si occupa di ambiente o di sostenibilità. Titolare dello Studio Navone che offre servizi di comunicazione ambientale, ha lavorato nelle pubbliche relazioni e per 10 anni ed è stata responsabile dell’ufficio stampa del WWF Italia. Scrive sul blog, Bianco, rosso e green economy ” che rimane il mio spazio libero dove raccontare la nuova economia verde, da ogni punto di vista. Il mio soprattutto”, come dice lei stessa. La giornalista sarà anche in Molise il 6 dicembre per presentare il volume “Il sole, le ali e la civetta” (Alpine Studio Editore), un romanzo, una storia con dei personaggi che soffrono, che amano, che credono di agire per il bene comune ma in realtà si muovono solo per soddisfare il proprio narcisismo, una docu-fiction, un’inchiesta sulle energie alternative.
Lucia, in Italia è difficile fare giornalismo di inchiesta, ancora di più quando si toccano temi “scottanti”, come quelli dei rifiuti, energie rinnovabili, aree protette, tanto per citarne alcuni. Ultimamente però proprio questo tipo di inchieste hanno portato alla luce casi di corruzione.
”Il dovere di un giornalista e’ di informare e il diritto di un cittadino e’ di essere informato. Spesso pero’ questi principi sono dimenticati, messi da parte perche’ ri-svegliano le coscienze. E in Italia, lo sappiamo, fare giornalismo di inchiesta non e’ facile. Recentemente e’ stata rivista la legge sulla diffamazione ma i peones, quelli che per Montanelli dovevano ”avere le suole delle scarpe consumate per essere dei bravi giornalisti” non hanno ancora nessuna tutela. I temi ambientali, tra l’altro, sono anche dei temi relativamente nuovi. O meglio, relativamente nuova la connessione tra lecito e illecito in questo settore. Sul traffico dei rifiuti in Italia, proprio in questi giorni, l’Europol, l’agenzia investigativa europea, ha pubblicato un rapporto su come il crimine organizzato risulta ormai ufficialmente affiancato da societa’ del tutto lecite, impegnate sul fronte dello smaltimento. Il che vuol dire, secondo gli investigatori europei, che due sono le dimensioni del fenomeno ormai note: una ufficiale e una criminale. Questo comporta naturalmente diversi approcci nelle indagini e nella persecuzione di questi reati, sia a livello internazionale che locale. I trafficanti di rifiuti sfruttano l’assenza di regimi di controllo standardizzati validi in tutta l’Unione e utilizzano documentazione falsa come aspetto fondamentale del loro modus operandi. Per questo l’informazione gioca un ruolo cruciale: e’ necessario informare opportunamemente i cittadini affinche’ vigilino sul territorio per monitorare i fenomeni che non sempre le forze dell’ordine riescono ad arginare per tempo. E anche vero, purtroppo, che spesso non vengono ascoltati. Come i giornalisti del resto”.
Quale credi che sia il ruolo dell’informazione e quello delle istituzioni, quando si parla di bene pubblico ed ambientale?
“ Premesso che informare è fondamentale, aggiungerei anche in modo corretto. Spesso i temi ambientali vengono utilizzati in modo strumentale: o è tutto bianco o è tutto nero. In Italia si tende a parlare di ambiente e della sua tutela quando si è in stato di emergenza. Le cronache di questi giorni lo testimoniano: l’emergenza idrogeologica, l’emergenza rifiuti, le emergenze climatiche. Sul concetto di emergenza nel nostro paese si sono costruite intere gestioni di commissari, di tecnici, di esperti incaricati di farvi fronte. Intere mangiatoie, insomma. E qui torniamo al sottotitolo del libro: energie rinnovabili, la mangiatoia perfetta per imprenditori senza scrupoli, sottobosco politico e malavita organizzata. Perché in Italia ogni buona opportunità, purtroppo, diventa spesso un’opportunità mancata. Come per le energie pulite che, in alcuni casi ma non sempre ovviamente, non hanno portato benefici al territorio, hanno creato occupazione solo temporanea per molti e danni inutili al paesaggio. E le istituzioni, va da sé, avrebbero dovuto vigilare affinchè tutto ciò non accaddesse. Sono intervenuti a cose fatte, quando le bollette sono diventate troppo care, quando i fenomeni di corruzione sono venuti alla luce e quando chi ci aveva creduto e aveva investito le proprio risorse è stato costretto ad andarsene o a dichiarare fallimento. Senza contare poi la mancanza di fiducia da parte degli investitori esteri che, in un nuovo settore come quello delle energie pulite, stanno investendo in tutto il mondo”.
Energie alternative, Green Economy, secondo te quanta conoscenza c’è del settore ?
‘‘Come scrivo nel libro, l’informazione crea confusione e in Italia sul tema della cosidetta sostenibilita’, la confusione non manca. Se si scorrono i titoli dei media nazionali e’ difficile trovare accezioni negative quando si parla di ambiente, tutela del territorio, fonti pulite, eccettera. Insomma, e’ un po’come se ci fossero sempre dei buoni e dei cattivi che vengono messi da una parte o dall’altra e schierati in base alle necessita’ comunicative del momento. Questo purtroppo non favorisce la vera consapevolezza. E’ piu’ una sorta di bollino verde messo per far riconoscere quel tal prodotto o quella tale iniziativa senza per favorire la consapevolezza, sia in positivo che in negativo. Torniamo quindi alla coscienza critica di cui parlavo prima. E’ anche vero che la comunicazione/informazione ambientale per diversi anni e’ stata appannaggio di qualche giornalista, delle associazioni ambientaliste, di alcuni esperti e di pochi altri. E’ solo da qualche anno, da quando cioe’ lo sviluppo sostenibile e’ diventato un valore legato alla crescita anche economica, che il tema e’ affrontato da quasi tutti i mezzi di informazione. Il greenwashing, lo sappiamo, e’ sempre una grande tentazione e soprattutto una buona leva di marketing”.
Il tuo volume “Il sole , le ali e la civetta” è un docu – fiction , un viaggio, la prima inchiesta sul mondo delle energie rinnovabili, cosa ti ha spinto a scriverlo?
” E la prima inchiesta che “mette in ordine” i fatti di un certo periodo storico, quello del boom delle energie pulite. Parto dalle prime inchieste sull’eolico, passo per il solare e arrivo quasi ai giorni nostri, con le biomasse. Cerco di usare un linguaggio comprensibile per far comprendere come sono andate le cose negli ultimi anni su questo fronte. Spesso si tende a liquidare l’argomento perché “per addetti ai lavori”, ma non è così. Gli incentivi alle energie pulite le paghiamo tutti e ci costano la bellezza di 12 miliardi all’anno (di cui 6 al solo solare). Per questo dovremmo esserne informati, soprattutto se “a mettere le mani” su questo sistema ci sono i soliti furbetti, i soliti politici o la solita malavita. E’ un sistema troppo importante per il nostro futuro che merita più attenzione, sia da parte di cittadini che da parte delle Istituzioni. Per questo alterno la fiction all’inchiesta: per avvicinare il lettore non specialistico, per far comprendere quali sono state le dinamiche, anche personali. Alle cronache giudiziarie, al racconto dei fatti si alternano le vicende dell’ingegner Papaleo, dell’Onorevole Buonafede, di rampanti pierre milanesi, di un mondo che apparentemente può sembrarci lontano ma che in realtà è molto più vicino di quanto pensiamo. Nel mio libro non si salva nessuno ma non perché sono tutti cattivi. Tutt’altro. Se hai un obiettivo e perdi di vista te stesso e la tua vita, è evidente che il risultato non lo raggiungerai mai. E’ questo è quello che racconto, sia nei fatti che nella narrazione: uno spaccato di come oggi lavoro e aspettative personali si sovrappongono fino ad annullare l’individuo nelle sue caratteristiche umane più importanti. I miei personaggi vivono e si muovono solo in un contesto lavorativo proprio perché non hanno altro, perché pensano che vincere quella sfida li porti ad avere un posto al sole. Ma rimarranno invece nell’ombra”.
Quali sono le domande che ti sei posta per affrontare questo viaggio? E quale è l’obiettivo a cui vuoi arrivare?
” Le domande sono nelle primissime pagine, ovvero nelle dediche. A mia figlia e ai tanti che nel settore delle energie pulite hanno creduto e hanno perso il posto di lavoro. La prima, perché ha tredici anni e a loro dovremmo consegnare un mondo migliore; ai secondi, perché li ho incontrati, mi hanno raccontato le loro storie, le loro preoccupazioni per il futuro. L’obiettivo è di creare più consapevolezza, affinchè certi fenomeni siano quantomeno arginati. Nostro dovere è chiedere come vengono spesi i nostri soldi e nostro diritto è saperlo. Solo la trasparenza, credo, può arginare i fenomeni di corruzione di cui parlo nel libro. E questo, quantomeno, per favorire chi lavora con onestà e smascherare “i soliti noti” che nei sistemi poco trasparenti riesce a fare affari impunito. In questo viaggio però di persone oneste ne ho conosciute tante e qualcuno mi ha anche raccontato la sua storia che ho raccolto nelle ultime pagine del libro”.
Nel tuo libro due capitoli sono dedicati al Molise. Il primo dedicato al parcheggio miliardario dell’eolico, Il secondo sulla storia di Emilio Izzo e le minacce che ha ricevuto. In attesa della presentazione in regione ci dai qualche anticipazione?
“Ci sono storie che in un qualche modo sono già scritte, vanno solo riportate alla luce e messe in ordine. Quella del Molise era una di queste. Una regione di cui si sente troppo poco parlare ma che, da sola, ha centrato gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Un record di cui resta ben poco ai suoi abitanti. E non stiamo parlando solo del paesaggio devastato. Stiamo parlando di risorse, come il vento, che fruttano alle casse dei Comuni la bellezza di 90/100 mila euro l’anno, più una piccola percentuale sull’energia prodotta. Su queste royalties riconosciute ai Comuni i molisani avranno sicuramente qualche idea su come spenderli. E come loro, i calabresi, gli abitanti della zona del Sannio in Campania, i pugliesi, i sardi e tanti altri. Come scrivo nel libro, “se non si vuole buttare il bambino con l’acqua sporca bisogna iniziare a ragionare su di un ritorno effettivo per tutto il paese, cercando di fermare la macchina degli investimenti facili e sicuri a favore di pochi”. E il Molise, si sa, è il “parcheggio miliardario” dell’eolico”.
Credi che ” il modus operandi” che tu metti sotto la lente di ingrandimento, possa cambiare in futuro? E chi dovrebbe farsi portavoce della richiesta di questo cambiamento?
“Purtroppo il nostro è un sistema inquinato non solo dal punto di vista ambientale ma anche e soprattutto per la mancanza di onestà. La corruzione è un costo non calcolato ma è evidente che a profitti maggiori per i corruttori, corrispondono benefici maggiori per i corrotti. In ultimo, è importante evidenziare un aspetto, molto spesso sottovalutato, e che nel libro cerco di far comprendere con dei casi concreti. La natura economica delle corruzione, in tutti i settori, è da ricercare nella presenza dello Stato nella vita economica di un paese: nelle rinnovabili la corruzione ha sottratto agli investimenti del settore ben 900 milioni. Molti analisti sono concordi nel dire che, a fronte di un aumento marginale dei livelli di corruzione, segue una diminuzione del tasso di crescita. E questo, purtroppo, è quanto sta accadendo in Italia. Se non ci sarà un radicale cambio di mentalità, a tutti i livelli, dubito si potrà iniziare a parlare di cambiamento. E’ necessario tornare al concetto di responsabilità, ormai dimenticato. Il “buon padre di famiglia” di cui Berlusconi è andato raccontandoci per anni, siamo tutti noi. E’ inutile negarlo. Se così non inizieremo a fare, a occuparci cioè della cosa pubblica a tutti i livelli, ritroveremo sempre qualcuno che se ne appropria in modo più o meno lecito. Se così non faremo il treno con le nostre eccellenze, la nostra cultura, il nostro sapere, la nostra bella Italia insomma, passerà portandosi via anche il nostro futuro”.
Mariateresa Di Lallo
(intervista pubblicata su Il Settimanale del Molise venerdì 20 dicembre 2013)