Uso illegittimo di risorse pubbliche per la ricostruzione post-sisma, contributi per l’autonoma sistemazione erogati a privati che non ne avevano i requisiti, maxi sequestro di 1,8 milioni di euro, 8 persone, 5 amministratori pubblici tra cui Remo Grande, l’attuale sindaco al suo terzo mandato, l’ex primo cittadino Giuseppe Bellini, l’ex assessore Osvaldo Catalano, e tre tecnici, nominati dal Comune per le perizie legate ai Peu, i Progetti di edilizia unica, per la ristrutturazione delle case di classe deferiti all’autorità giudiziaria.
Questi i risultati di una grossa operazione fatta scattare dalla Guardia di Finanza di Larino ell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore capo di Larino, Ludovico Vaccaro. Secondo le risultanze investigative, infatti, tali progetti non avrebbero rispettato i requisiti previsti dalle normative ma sarebbero stati finanziati attraverso fondi pubblici assegnati dalla Protezione civile molisana.
“Riteniamo che ci sia stata una illecita percezione nel tentativo di percezione di contributi, per progetti che non rientravano nella classe A che da diritto al contributo, quindi per l’assenza di presupposti, ossia la residenza dei soggetti beneficiari o assenza di altra sistemazione nello stesso territorio.Non c’erano i presupposti per usufruire del contributo pubblico, eppure per quattro anni il denaro è stato incassato, per un totale di 22mila euro che in parte sono stati recuperati e sequestrati. Le accuse vanno a vario titolo dalla truffa aggravata continuata alla tentata truffa al falso ideologico. L’inchiesta ha portato al sequestro di 1 milione e 800mila euro, soldi che dovevano essere trasferiti dalla Protezione civile al Comune dopo l’approvazione dei progetti. Una attività di indagine che va avanti da tempo e riguarda tutti gli illeciti in ambito di reato del patrimonio, reati determinati da motivi di lucro”, così il Procuratore capo di Larino, Ludovico Vaccaro.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Larino e coordinate dalla Procura di Larino, sono partite nel 2010 dopo esposti e denunce anonime, è stato accertato che erano stati finanziati due progetti di ristrutturazione di prime abitazioni nonostante nessuno dei beneficiari vivesse in quei palazzi dichiarati inagibili. Il denaro per i due Peu (uno da 1,2 milione e l’altro da 600mila euro) è stato bloccato nelle casse della Protezione Civile prima che venisse trasferito al Comune, secondo un procedimento che cautela il patrimonio in caso di ipotesi truffaldine.
Argomenti questi di cui la nostra testata fin dal 2010 si è interessata e pertanto riportiamo i link delle nostre inchieste: