Dopo l’esordio delle docce, a San Pietro è stato oggi il giorno di debutto della “barberia del Papa”, a fianco del colonnato del Bernini in piazza San Pietro. L’iniziativa, fortemente voluta da Papa Francesco, si affianca al servizio di toilette e di doccia, organizzato dall’elemosiniere pontificio, monsignor Konrad Krajewski. I barbieri sono tutti volontari. Il senso di un’iniziativa che restituisce ai clochard un non piccolo pezzo della loro dignità e che può essere anche di aiuto per un auspicabile reinserimento sociale. C’è chi sostiene che molti barboni di Roma siano diventati tali per scelta, e che siano giunti così numerosi in questa città per via delle leggi molto tolleranti. Ma la maggior parte non ha l’aria di aver scelto il proprio stato. Tra i beneficiari del servizio di oggi, stranieri e italiani sono divisi circa metà e metà. E Roma dimostra che la produzione di ricchezza non basta a sconfiggere la povertà, e che la nazione considerata un faro di civiltà ha una socialità che fa rabbrividire. A pochi metri dal Vaticano decine di senza tetto dormono all’addiaccio tra cui molti bambini ed adolescenti.È l’Italia delle contraddizioni, e qualcuno dirà che è sempre stata il paese delle contraddizioni. Ma vedere queste persone brancolanti, stese per terra tra i loro stracci, che sembrano zombie, è un pugno nello stomaco. E non puoi far finta di nulla. Oggi, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , con il servizio di barberia per i clochard è stata offerta una risposta concreta ai bisogni sociali delle persone in stato di grave indigenza.
Vaticano apre barberia per clochard, popolazione privata di diritti fondamentali a cui il Papa sta ridando dignità
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