Nella giornata di ieri si è levato con ampio clamore e risonanza mediatica data dalle immagini del bambino che dalla costa della Turchia cercava di raggiungere la costa greca a Kos la critica persino oltraggiosa alla rigidità e freddezza dell’Unione Europea in generale e della Germania in particolare. Nulla e nessuno ha diritto di togliere il futuro a questi bambini e ragazzi, forse in questo senso la pagina del quotidiano Il Manifesto che titola “ senza asilo” con sullo sfondo il bambino morto sulla spiaggia vale più di un comizio o di una interrogazione parlamentare. Però in questo momento, oltre le chiacchiere ed anche le critiche, alcune parafasciste e populiste da vergognarsi bisogna vedere cosa fare, come diceva uno che non si cita più, Lenin, adesso è il momento del che fare?.
Noi di Italia Unita abbiamo delle idee ben precise;
1) Riformulare nella sua interezza l’accordo di Dublino, (formalmente Regolamento di Dublino-regolamento 2003/343/CE) che è un regolamento in materia di diritto d’asilo nella UE. Esso è stato emanato in conseguenza della Convenzione di Dublino firmata in Irlanda a Dublino appunto il 15 giugno 1990, ed era entrata in vigore il 1 settembre 1990 per i rimi dodici firmatari che erano Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito, mentre per Austria e Svezia è entrato in vigore il 1 ottobre 1997 e per la Finlandia il 1 gennaio 1998. Il regolamento di Dublino determina lo Stato membro dell’Unione Europea competente a esaminare una domanda di asilo o riconoscimento dello status di rifugiato in base all’art.51 della Convenzione di Ginevra sui diritti dell’uomo. Uno degli obiettivi principali del regolamento di Dublino è impedire ai richiedenti asilo di presentare domande in più Stati membri (cosiddetto asylum shopping). Un altro obiettivo è quello di ridurre il numero di richiedenti asilo “in orbita”, che sono trasportati da Stato membro a Stato membro. Tuttavia, poiché il primo paese di arrivo è incaricato di trattare la domanda, questo mette una pressione eccessiva sui settori di confine, dove gli Stati sono spesso meno in grado di offrire sostegno e protezione ai richiedenti asilo ed è una problematica calzante per l’Italia soprattutto.
2) Due le misure urgentissime da realizzare,una di breve periodo e una di lungo periodo; quella di breve periodo è un aumento secco delle quote ,infatti il Presidente del Parlamento Europeo Junker proporrà di arrivare alla quota di 120 mila richiedenti asilo da dividere in 28 paesi e stabilire anche delle quote partecipative ed immediate per ogni stato secondo le proprie possibilità senza che il diniego di uno blocchi l’intera procedura. Ma la misura che riteniamo urgentissima ed indifferibile che è anche strutturale , riguarda una modifica alla Convenzione di Dublino con una modifica del diritto di asilo. Oggi si prevede che un asilante debba rimanere nel Paese che gli ha riconosciuto lo status e per questo motivo alcuni paesi di frontiera non registrano gli stranieri in arrivo e li lasciano filtrare verso altre nazioni appetibili, in primis la Germania. Questa procedura va bene nei casi di ordinaria migrazione, ma in casi di violente ondate migratorie questa procedura sta mostrando tutti i suoi limiti e quindi noi riteniamo che la regola venga sospesa con una distribuzione automatica dei rifugiati tra i ventotto paesi della UE. Insomma, si tratta di rendere permanente e vincolante il sistema delle quote finora proposto come meccanismo d’emergenza, di alleggerire i paesi d’ingresso( come l’Italia) delle rotte migratorie e di rendere più ordinata la gestione dei flussi.
Queste cose non risolvono chiaramente il problema alla radice, ed anche in quel caso l’Unione Europea dovrebbe fare un intervento militare radicale per distruggere alla fonte la causa dei nostri problemi, ma almeno permette di dare accoglienza alle migliaia di profughi che scappano dalla guerra evitando stragi e morti di donne, uomini e bambini che gridano vendetta contro una vecchia Europa egoista.
Il Presidente Antonio Turdò ( Candidato al Parlamento Europeo con la lista Scelta Europea)