Ecco la nuova strategia dell’amministrazione pubblica che punta a rivoluzionare i controlli. Cambio di passo nei rapporti con i contribuenti e con le imprese. Lotta senza quartiere a grandi truffatori e frodi internazionali.
di Francesco Di Frischia www.corriere.it
Scatta la rivoluzione nei controlli fiscali: basta caccia all’errore involontario e addio al recupero di esigui importi causati, magari, da sbagli formali dei contribuenti. Si punta su dialogo e trasparenza. Ma massima attenzione su frodi e grandi evasioni anche a livello internazionale. Sono i principi di una circolare firmata ieri da Rossella Orlandi, direttrice dell’Agenzia delle Entrate, che fissa gli «indirizzi operativi di prevenzione e contrasto all’evasione». Se il Fisco vuole costruire con il cittadino e con le imprese un «dialogo» basato sulla «trasparenza», su un approccio «chiaro, semplice e privo di preconcetti», è scritto nel documento, una «lotta senza quartiere» verrà attuata verso le forme di «evasione più gravi e le frodi». Verifiche e controlli che verranno indirizzati anche «nei confronti di chi per mestiere idea o facilita sistemi evasivi complessi».
Incrocio banche dati
Tra le «tecniche innovative, l’incrocio delle banche dati» permetterà all’amministrazione di eseguire «controlli di qualità». Inoltre l’azione dell’Agenzia è stata potenziata con la creazione di un uffici unico, articolato in diverse sezioni locali, su tutto il territorio nazionale per compiere «azioni simultanee e trasversali» che si sono rivelate «essenziali nella lotta ai fenomeni più ramificati di frode fiscale». Un capitolo importante riveste poi la «voluntary disclosure» (per i contribuenti che detengono patrimoni in nero all’estero e vogliono regolarizzare la propria posizione): «Nel 2016 la voluntary dà i primi frutti e apre la strada alle attività dei prossimi anni», è scritto nella circolare. In pratica «le informazioni raccolte consentiranno di approfondire la conoscenza delle condotte evasive più diffuse». Se l’Agenzia punta a salvaguardare le attività del terzo settore, i controlli si concentreranno invece sulle false realtà «non profit», specie quelle con sede all’estero.