E’ la risposta all’attacco chimico sulla roccaforte ribelle di Douma, nella Ghouta orientale: ma non si capisce ancora chi ha fatto partire gli aerei da combattimento. Oggi a New York si riunisce il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mentre a Washington debutta il nuovo consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton
di ANNA LOMBARDI www.repubblica.it
Bombe su una base governativa siriana nei pressi di Homs: la risposta all’attacco chimico sulla roccaforte ribelle di Douma, nella regione della Ghouta orientale, che ha provocato 42 morti accertati (ma potrebbero essere molti di più, si parla di almeno 160) e almeno mille feriti. Un attacco arrivato a poche ore dal tweet di Donald Trump che accusava Russia e Iran di appoggiare il regime siriano e chiamava Assad un “animale” che avrebbe “pagato caro” per l’uso di armi non convenzionali. Che siano però stati gli americani a lanciare lo strike contro la base T-4, anche conosciuta come Tiyas, dove spesso stazionano aerei russi e che è in una posizione strategica, è però incerto: il Pentagono ha infatti negato ogni coinvogimento. Comportamento anomalo, perchè di solito quando sono stati loro tacciono o rispondono “no comment”.
Immagini apparse sui social libanesi mostrano quello che sembra essere un aereo da combattimento mentre punta sull’Est della Siria. I morti sono 14, in buona parte miliziani iraniani, secondo fonti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. “Nessun attacco aereo sulla Siria coinvolge gli Stati Uniti” ha fatto sapere il portavoce del Pentagono. “Seguiamo la situazione da vicino”. Intanto però President Trump ha parlato al telefono con il suo omologo francese Emmanuel Macron – secondo cui l’uso di armi chimiche varca “una linea rossa” – diventanto ormai il suo unico punto di riferimento in Europa: “uno scambio d’informazioni sulla natura dell’attacco per coordinare una risposta forte e condivisa”. Anche la Francia ha fatto sapere di non essere responsabile del bombardamento.
I russi però accusano: si tratterebbe di F15 provenienti da Israele, paese per altro che già lo scorso febbraio aveva lanciato un attacco aereo contro la base T4, in risposta al drone iraniano intercettato nel loro spazio aereo. Al riguardo il portavoce dell’esercito israeliano ha rifiutato di commentare.