Giornata di tensione tra i leader di Lega e Cinquestelle. Sullo sfondo, il nodo di chi sarà il premier: “Non farò il ministro di Di Maio”, dice il segretario del Carroccio. Domani un incontro tra i capigruppo dei partiti. Ma il Pd si tira fuori. Il 4 aprile l’inizio delle consultazioni
di PAOLO GALLORI www.repubblica.it
Nel lento percorso di avvicinamento alle consultazioni al Quirinale con Mattarella, per i giocatori della partita “nuovo governo” è un altro giorno di schermaglie. Ma oggi la prospettiva di un governo appare più lontana. In primo piano la dura contrapposizione tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader della Lega, e ormai epicentro della coalizione di centrodestra, ribadisce il concetto: se Di Maio insiste sul “o io premier o niente” con la Lega il discorso è chiuso, ma Luigi farebbe bene a riflettere su un simile errore di impostazione.
“Di Maio dice ‘o io o niente’? Quello è un ostacolo, non è il modo migliore per dialogare”, ribadisce Salvini, che poi rilascia la sua analisi ai cronisti: “Ma da solo Di Maio dove va…Voglio vederlo, trovare 90 voti in giro, che dalla sera alla mattina si convincono. E cosa trova? Gli accordi vanno trovati prima, con numeri chiari. Altrimenti non si va da nessuna parte”.
“E poi – sottolinea sibillino Salvini – 50 voti sono molti meno di 90”, ovvero, il centrodestra dovrebbe praticamente fare metà sforzo per arrivare a mettere insieme una maggioranza. E qui Salvini lascia cadere un “io parlo con tutti, anche col Pd, pezzi del Pd, correnti, vicecorrenti, sottocorrenti”. Proprio quel Pd a cui, secondo gli analisti politici, guarderebbe anche Di Maio in caso di conclamata inconciliabilità con Salvini. Ma soprattutto Salvini avverte: “O si fa il governo subito, o si va al voto. Non voglio tirare a campare per un anno per fare la legge elettorale. E non mi vedo a fare il ministro di Di Maio”.
La risposta del capo politico, nonché candidato premier del M5s, arriva alla velocità di un tweet. Ed è un affondo tanto sull’imprescindibilità di un accordo con la Lega che includa Forza Italia, con cui i pentastellati non vogliono neanche parlare, quanto sul presunto arruolamento dem a sostegno di un esecutivo di centrodestra. “Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!”.