E’ un omicidio che scuote i potenti. La morte di Boris Nemtsov, 55 anni, uno dei leader dell’opposizione russa e vicepremier ai tempi della presidenza Eltsin, ucciso ieri sera a colpi d’arma da fuoco vicino al Cremlino, è l’ulteriore colpo all’equilibrio troppo precario di una guerra fredda che ha contorni sempre più fragili. Nemtsov sarà sepolto a Mosca. Lo ha riferito il suo ex addetto stampa e amico Alexander Kotyusov all’agenzia di stampa Itar Tass: “I parenti stanno decidendo in quale cimitero”, ha precisato Kotyusov, citando la moglie Irina Koroleva.
L’omicidio a sangue freddo e in pieno centro è accaduto alla vigilia di una grande manifestazione di piazza annunciata per domenica contro Putin e il suo governo. Ma al posto della protesta sfilerà invece un corteo alla memoria, ha fatto sapere su Twitter, Leonid Volkov, uno degli organizzatori. La manifestazione di domani era stata annunciata come “primavera” e l’opposizione faceva trapelare il desiderio di portare la Maidan a Mosca, ossia una nuova ondata di proteste, cavalcando l’onda dei disagi economici russi provocati dal barile debole. Ora gli oppositori puntano il dito contro il potere centrale, come già successo per altri omicidi, dalla reporter Anna Politkovskaya all’oligarca Boris Berezovskij.
Secondo gli inquirenti, l’omicidio è stato “meticolosamente pianificato”: gli assassini conoscevano le abitudini della vittima. “Non c’è dubbio che l’omicidio sia stato meticolosamente pianificato, esattamente come il luogo prescelto”, ha reso noto la potente Commissione d’inchiesta a cui sono state affidate le indagini e che fa capo direttamente al presidente russo, Vladimir Putin. L’oppositore del Cremlino è stato colpito alla schiena con un colpo partito da un’auto e sparato con una pistola Makarov, in dotazione all’esercito e alla polizia russa. I sei bossoli rinvenuti sul posto sono stati stati prodotte da aziende diverse, il che rende più difficile rintracciarne l’origine. La commissione d’inchiesta ha fatto filtrare che non è esclusa la possibilità di un attentato di fondamentalisti islamici o di un evento criminoso legato alla crisi ucraina.
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