Renzi resta fino al via libera alla manovra. Il capo dello Stato: “Ci sono impegni e scadenze di cui le istituzioni devono assicurare il rispetto”. Slitta la direzione del Pd sul post referendum. Salvini: “Il messaggio degli italiani è chiaro. Una settimana e poi al voto”. Nyt: “L’Italia non ha benzina per la crescita” www.repubblica.it
Occhi puntati su venerdì. È il passaggio che il Presidente della Repubblica propone a Matteo Renzi con l’approvazione della legge di Bilancio in cambio del congelamento delle dimissioni. Un Passaggio stretto, visto che già dalle opposizioni – in particolare la Lega – non sembra esserci l’intenzione di approvare la manovra con una fiducia su tutto il provvedimento e un qualunque spacchettamento di alcune delle norme farebbe ritornare la legge alla Camera , con conseguente allungamento dei tempi.
Intanto la proposta dei 5 Stelle è votare appena possibile con l’Italicum, modificandolo con poche righe per utilizzarlo anche nel voto del Senato, e tenendo conto delle indicazioni che darà la Corte costituzionale. “Renzi, Alfano, Verdini e Boschi hanno bloccato il Parlamento con queste riforme costituzionali dannose e bocciate dalla stragrande maggioranza degli italiani. Hanno fallito e devono andare a casa” scrive il deputato 5 Stelle Alessandro di Battista, sul blog di Beppe Grillo. “Non gli interessa fare una legge elettorale migliore per i cittadini, gli interessa un ‘Anticinquestellum’, una legge elettorale contro il Movimento. E noi che cosa dovremmo fare? Sederci al tavolo con questi ‘ladri di democrazia’? Aprire una trattativa con questi bari? Non esiste”.
Anche per la Lega “non ci sono le basi per l’approvazione rapida della legge di bilancio al Senato a meno che il governo non elimini immediatamente tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica. Non vogliamo prolungare l’agonia per ripagare gli endorsement ricevuti da Renzi in campagna elettorale” dicono i presidenti dei gruppi parlamentari leghisti Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio in una nota.
Solo dopo che Renzi si sarà dimesso Mattarella procederà alle consultazioni con i vari partiti. Tra i candidati più probabili a guidare un nuovo esecutivo, ci sono il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il presidente del Senato Pietro Grasso. È anche slittata a domani la direzione del Pd sul post referendum,riunione nella quale si attende un aspro confronto tra renziani e sinistra Dem.