L’ Ipo di Poste Italiane ha già registrato una domanda sufficiente a coprire l’ intero ammontare dell’ offerta, inclusa la greenshoe. E’ quanto spiegano alcune fonti vicine alla situazione. Poste si avvicina così a grandi passi allo sbarco in Borsa che, secondo una comunicazione dei global coordinator agli investitori, è previsto per il prossimo 27 ottobre. L’ Ipo di Poste è partita il 12 ottobre e si concluderà il 22 ottobre (il 21 per i dipendenti).La forchetta di prezzo è stata fissata a 6-7,5 euro, cifra che valorizza la società fino a 9,8 miliardi di euro. Il ministero dell’ Economia venderà 453 milioni di azioni nell’ Opv, più altri 45,3 milioni nel caso di integrale sottoscrizione della greenshoe, puntando a un incasso massimo di 3,7 miliardi di euro. Le fonti non hanno invece dato indicazioni sul prezzo a cui si sta concentrando la domanda e le opinioni dei gestori divergono.
“Come atteso la risposta del pubblico è importante, gli istituzionali vanno a prendersi questo nome con facilità perché è un’ azienda para-statale con una grossa liquidità, una grossa cassa e una grossa rete”, spiega Fabio De Gaspari, responsabile asset management di Invest Banca, sottolineando che la forchetta di prezzo è “accettabile, non troppo cara”. “Penso verrà prezzata appena sotto il massimo”, aggiunge, sottolineando che il valore risiede nelle sue attività finanziarie e che il “pay-out è molto alto”. Poste Italiane ha annunciato che intende distribuire, relativamente agli esercizi 2015 e 2016, un dividendo con un payout non inferiore all’ 80%.
Gli analisti di alcune banche che seguono l’ Ipo stimano l’ utile netto di Poste per il 2015 intorno o sopra i 500 milioni. Se queste stime si rivelassero corrette, il dividend yield sarebbe intorno al 5% nella parte bassa della forchetta e intorno al 4% nella parte alta. “Tra gli istituzionali sono interessati i fondi pensioni, le fondazioni, gli istituti che hanno necessità di flussi reddituali come le assicurazioni. É possibile che anche i fondi sovrani siano interessati”, conclude, sottolineando che dal lato retail “anche l’ investitore cauto lo vede come un investimento possibile perché è un’ azione, ma è percepita meno rischiosa di altre”. ( fonte Reuters)