Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dato il via libero all’introduzione, in via sperimentale, la “pistola elettronica“, denominata “taser”. Questo progetto vede il coinvolgimento della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, un progetto interforze, quindi, per la sperimentazione e l’introduzione, del “taser”, che dovrebbe trovare spazio di utilizzo, quale arma di dissuasione non letale. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), ha sottolineato il Presedente Nazionale Antonio de Lieto, ritiene necessario che gli operatori di Polizia che saranno chiamati all’utilizzo del “taser”, siano appositamente preparati all‘utilizzo di questo nuovo strumento di intervento. La particolare strutturazione della “pistola elettronica” comporta, inevitabilmente, cura, attenzione e capacità di valutazione, nelle singole operazione, dell’opportunità di impiegare o meno il “taser”. A giudizio del LI.SI.PO. – ha evidenziato de Lieto – tale strumento andrebbe usato solo in situazioni “certe” per l’incolumità della persona verso cui la “pistola elettronica“ viene usata.
Certo gli operatori di Polizia non possono conoscere le condizioni fisiche di chi dovrebbe essere destinatario degli effetti del ”Taser”, ma ciò non toglie che debba essere assolutamente garantita l’incolumità delle persone. C’è da chiedersi – ha proseguito de Lieto – quali sono di effetti dell’uso del “taser” nei confronti di una persone costretta ad utilizzare “ausili cardiaci”?
Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) ritiene che le “regole d’ingaggio” debbano chiarire termini e limiti dell’impiego del “taser” e che il personale operante, debba essere chiaramente tutelato. Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), non ha alcuna simpatia per questa novità e ritiene che non sarà certamente la “pistola elettrica”, a migliorare e rendere più efficaci gli interventi degli operatori di Polizia. Meglio accantonare il progetto.