La nuova bufera giudiziaria sulla famiglia dell’ex deputato Francantonio coinvolge anche il neodeputato regionale. Gli sarebbero stati trasferiti tutti i beni per sottrarli alla giustizia e al fisco
di ALESSANDRA ZINITI www.repubblica.it
Un nuovo ciclone giudiziario travolge la famiglia Genovese a Messina coinvolgendo anche il neo baby deputato appena eletto al Parlamento regionale siciliano con quasi 18.000 preferenze. Riciclaggio ed evasione fiscali i reati ipotizzati nell’avviso di garanzia notificato questa mattina a Luigi Genovese insieme al sequestro di un ingente patrimonio di famiglia, per più di 30 milioni di euro, tra contanti e immobili che l’ormai ex deputato Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia, avrebbe cercato di sottrarre al sequestro penale ma anche il fisco con quello che i magistrati della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia definiscono una “reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico”.
Più di venticinque milioni di euro in contanti su un conto intestato ad una società panamense offshore all’istituto di credito Julius Bar di Montecarlo, altri conti all’Unicredit, alla Banca di credito peloritano di Messina, il sequestro della villa di Ganzirri dove la famiglia abita, di alcuni appartamenti tra Roma, Messina e Taormina, le quote societarie della L&A e della Gepa, trasferite al figlio Luigi, il patrimonio al quale la Guardia di Finanza di Messina ha posto i sigilli in esecuzione del provvedimento disposto dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabrizio Romeo e Antonio Carchietti con il visto del procuratore De Lucia.