Le Entrate hanno pubblicato il provvedimento che istituisce la flat tax per invitare i Paperoni stranieri a mettere la residenza in Italia. Si può estendere ai familiari, ai quali si applica un’imposta sostitutiva di 25mila euro RAFFAELE RICCIARDI www.repubblica.it
Pagare un’imposta forfettaria di 100mila euro l’anno per mettersi a posto con il Fisco italiano: è questa l’offerta che l’Agenzia delle Entrate rivolge agli stranieri che intendono trasferire la loro residenza fiscale in Italia, sfruttando una “flat tax” – una imposta sostitutiva – sui redditi prodotti all’estero. La misura era stata introdotta dall’ultima legge di Stabilità e serve proprio ad attrarre gli “High net worth individuals”, la perifrasi che usano i banchieri per indicare i ricchi. Un grimaldello che in molti hanno anche interpretato come leva per cercare di dirottare sulla Penisola, e in particolare su Milano, parte dei professionisti dagli stipendi a molti zeri che potranno esser costretti a lasciare Londra dopo il divorzio con Bruxelles. Il beneficio della tassa unica – da versare in una sola soluzione – si può estendere anche ai familiari, ai quali verrà applicato un forfait da 25mila euro.
Soltanto pochi giorni fa era stato interrogato il viceministro Casero, dagli onorevoli Bernardo e Sanga, sul tema: rispondendo in Commissione Finanze alla Camera, aveva precisato che l’opzione per il periodo d’imposta 2017 dovrà essere esercitata entro il 30 settembre 2018 e che “l’Agenzia ritiene che sussistano le condizioni affinché il contribuente possa avvalersi del regime già con riferimento all’anno in corso”. Oggi è in effetti arrivato il provvedimento del direttore delle Entrate che attua la disposizione, insieme con un modello da allegare alla domanda (“chek list”) per accedere alla flat tax per una valutazione preventiva sull’ammissibilità al regime di favore. Ricevuto il via libera delle Entrate (anche per silenzio/assenso), il neo residente straniero si vedrà riconoscere l’agevolazione per i successivi quindici anni. Il principale requisito per accedervi è di non esser stato residente in Italia in almeno nove degli ultimi dieci anni: un modo per evitare le “uscite e rientrate” di comodo per sfruttare questa agevolazione. Ecco come l’Agenzia dettaglia il processo nella sua nota: