Dopo giorni di allarmi e tensioni crescenti è scattato il piano della Farnesina per rimpatriare gli italiani che si trovavano in Libia. A mezzogiorno è partita da Tripoli una nave mercantile con a bordo 150 persone. Arriveranno ad Augusta, in Sicilia, per poi essere trasferite in altre destinazioni. L’ambasciata italiana è stata chiusa, tutte le attività sono state sospese a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza. «Il peggioramento della situazione (in Libia) richiede ora un impegno straordinario e una maggiore assunzione di responsabilità, secondo linee che il governo discuterà in Parlamento a partire dal prossimo giovedì 19 febbraio» ha spiegato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. «L’Italia promuove questo impegno politico straordinario ed è pronta a fare la sua parte in Libia nel quadro delle decisioni delle Nazioni Unite», conclude il capo della Farnesina. «L’Italia rimane al lavoro con la comunità internazionale per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo in Libia, sulla base del negoziato avviato dall’inviato speciale dell’Onu Leon, al quale continuerà a partecipare il nostro inviato speciale Ambasciatore Buccino» ha aggiunto. E a proposito della chiusura dell’ambasciata: «E’ avvenuta in modo tempestivo e ordinato e di questo ringrazio i responsabili della Farnesina e delle altre amministrazioni che hanno collaborato all’operazione. La chiusura si è resa necessaria a causa del deteriorarsi della situazione in Libia». L’operazione di rimpatrio degli italiani dalla Libia sta avvenendo sotto la sorveglianza aerea di un velivolo a pilotaggio remoto Predator dell’Aeronautica, che controlla lo spazio aereo dove avviene l’imbarco. Mobilitata anche una nave della Marina militare con compiti di scorta, mentre le attività a terra sono state monitorate dai carabinieri (una trentina di unità) in servizio presso l’ambasciata italiana. È dal primo febbraio scorso che, con un warning particolare pubblicato sul sitowww.viaggiaresicuri.it la Farnesina ha «ribadito il pressante invito ai connazionali a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese», a fronte del «progressivo deterioramento della situazione di sicurezza».
Libia, scatta il piano per rimpatriare gli italiani: partita da Tripoli una nave, chiusa l’ambasciata.
Commenti Facebook