L’app del segretario invasa di messaggi di elettori disorientati: “Ho molti dubbi anch’io, aspetti poco chiari e logici”. La contrarietà di Orlando al provvedimento
TOMMASO CIRIACO www.repubblica.itUn diluvio di messaggi di elettori sconcertati, una certezza maturata consumando lo schermo del suo iPhone: “Va bene una nuova legge sulla legittima difesa, va benissimo il principio che la ispira. Però scritta così questa norma è un pasticcio. Vista da fuori è incomprensibile”. A tarda sera, Matteo Renzi manda all’aria l’accordo di maggioranza su un testo che aveva segnato il compromesso tra Pd e Ncd. E così, a poche ore dal primo via libera di Montecitorio, il leader cambia rotta e ufficializza la novità: “Capisco le sue considerazioni – replica a una delle mille critiche raccolte dalla sua app – Inviterò i senatori a valutare di correggere la legge nella parte in cui risulta meno chiara e logica, visto che io per primo – leggendo il testo – ho avuto molti dubbi”. È il passaggio sul “giorno e la notte” a non convincerlo, quel discrimine “orario” nella legittima difesa che lo lascia interdetto. Un principio va fissato, ma legarlo troppo alla visibilità dell’aggressore, determinata dalla luce e dal buio, rischia di trasformarsi, appunto, in un pasticcio.
E dire che la svolta legalitaria impressa da Renzi al Pd era e resta in cima ai suoi desideri. “Non possiamo lasciare la sicurezza alla destra e poi meravigliarci se nelle periferie scelgono la Lega o Grillo – va ripetendo in privato -Dobbiamo andare a prenderci quei voti”. Un nuovo corso che parte da lontano. Affonda le radici nei giorni amari della batosta referendaria. Nel buio di quella sconfitta, il leader individua due slogan per ripartire: la battaglia contro l’austerità dell’Unione e, appunto, il dossier sicurezza. La punta di diamante è proprio la nuova legge sulla legittima difesa, che il segretario dem impone nonostante le resistenze di molti. “È un segnale che va incontro ai cittadini”, taglia corto di fronte ai dubbi di chi gli rimprovera una misura dal retrogusto “leghista”. Tra i più critici, ci sono Andrea Orlando e Gianni Cuperlo. Il Guardasigilli non polemizzerà pubblicamente, ma con i suoi si sfoga: “Non mi piace. Non c’era bisogno di una nuova legge, bastava quella già in vigore”.