La misura sarebbe riservata ai soli «millennials» nati tra l’80 e il 2000. I dubbi di Palazzo Chigi sulla fattibilità e l’alternativa della «pensione di garanzia»
Il riscatto degli studi, oggi una montagna da scalare
Chi ci prova adesso, avendo già un lavoro e uno stipendio, si trova davanti una montagna difficile da scalare. Una donna di 40 anni con un reddito di 36 mila euro lordi l’anno, per riscattare la laurea di euro ne deve tirare fuori 65 mila. Quasi il doppio di quello che guadagna. Il gioco non vale la candela e infatti molti lasciano perdere. Ma per i cosiddetti millennials, la generazione nata tra il 1980 e il 2000, il conto potrebbe essere azzerato. Almeno secondo il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd) che da qualche settimana parla con insistenza di misura allo studio. Come potrebbe funzionare?
La sperimentazione
Il riscatto gratuito, secondo il sottosegretario, potrebbe partire in via sperimentale il prossimo anno. Sarebbe limitato ai soli studenti universitari che si laureano in tempo, lasciando chiuse le porte per i fuori corso. Gli anni passati all’università diventerebbero in modo automatico validi anche per raggiungere l’età della pensione. I relativi contributi, però, sarebbero pagati all’Inps non dal diretto interessato ma in tutto o almeno in parte dallo Stato. In sostanza, si tratterebbe di un vero e proprio sconto sulla pensione.