La Fed ridà fiato ai mercati: euro in calo

I listini brindano alla prospettivi di due sole strette monetarie nel 2016. Non preoccupano le revisioni al ribasso della crescita Usa. Recupera il petrolio. Lo spread è stabile in area 100 punti base

di GIULIANO BALESTRERI da www.repubblica.it

Effetto Yellen sulle Borse che – al netto di Tokyo – si mettono in scia a Wall Street e si muovono in rialzo all’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi: a far tirare un sospiro di sollievo agli addetti ai lavori è stato anche l’annunciato taglio da quattro a due dei rialzi del costo del denaro previsti per l’anno in corso. A dicembre, quando arrivò il primo rialzo del 2006, il presidente della Fed, Janet Yellen, aveva preventivato quattro ulteriori strette nel corso del 2016, a patto – però – che la ripresa economica si dimostrasse solida come nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Da gennaio, tuttavia, la ripresa economica mondiale si è ingolfata.

La Fed ha, quindi, tagliato le stime sulla crescita 2016 pur mantenendo invariate quelle sull’occupazione: il Pil salirà del 2,2% contro l’atteso 2,4%, mentre la disoccupazione resterà al 4,7%. Anche negli Stati Uniti preoccupa l’inflazione che non andrà oltre l’1,2% avvicinandosi al 2% solo nei prossimi due o tre anni. “E’ necessario muoversi con cautela ed è prudente mantenere l’attuale politica monetaria al momento”, ha spiegato ieri sera Yellen agli investitori che ora prevedono per fine anno un costo del denaro allo 0,875%.

Nel Vecchio continente Londra recupera lo 0,55%, in linea con Milano, mentre Francoforte avanza dello 0,1% e Parigi dello 0,4%. Sotto osservazione Snam, che potrebbe fare lo spinoff di Italgas e ha rinviato il piano strategico. In calo l’euro: la moneta europea passa di mano a 1,127 dollari e 125,8 yen. Lo spread è stabile in area 100 punti base, mentre i Btp a 10 anni sul mercato secondario scambiano a un tasso dell’1,27%. Attesa, adesso, per la decisione della Bank of England in materia di tassi e quantitative easing. L’omologa Banca svizzera, intanto, ha lasciato inalterato come da attese il tasso sui depositi a -0,75%. Il tasso Libor a tre mesi rimane fissato nel range -1,25%/-0,25%. La Banca centrale norvegese ha invece abbassato di 25 punti base il tasso di riferimento, portandolo dallo 0,75% allo 0,5 per cento: la mossa era attesa.

In mattinata, nonostante un avvio in territorio positivo, la Borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,22%: sui listini ha pesato il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro, divisa indebolita dalla prudenza mostrata dalla Fed sulla politica monetaria. La seduta è stata caratterizzata anche da un crollo del titolo Toshiba (-7,96%) sulla base dell’apertura di un’inchiesta da parte delle autorità degli Stati Uniti circa le perdite non contabilizzate in Westinghouse, la controllata nucleare statunitense. Chiusura in netto rialzo per le principali Borse cinesi: Shanghai ha guadagnato l’1,2%, Shenzhen il 3,6%. Ieri sera, invece, a Wall Street il Dow Jones ha aggiunto lo 0,58%, l’S&P 500 è salito dello 0,58% e il Nasdaq ha guadagnato lo 0,75%.

Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio è in forte rialzo dopo la convocazione ad aprile di un vertice dei produttori a Doha, in Qatar, al quale parteciperà anche l’Iran e alla crescita inferiore alle attese delle scorte settimanali Usa. Gli acquisti sono inoltre alimentati dall’indebolimento del dollaro seguito alla decisione della Fed di ridurre quest’anno i rialzi dei tassi Usa. I future sul Light crude Wti avanzano di 51 cent a 38,97 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo di 39,38 dollari e quelli sul Brent crescono di 24 cent a 40,57 dollari, dopo un top a 40,99 dollari. L’oro è in rialzo a 1.257,7 dollari l’oncia, segnando un progresso del 2,3%.

Commenti Facebook