Si presenta come un arbusto simile al corbezzolo, chi mastica una sua foglia ottiene effetti psicotropi ed euforizzanti: è il khat o qat la droga degli arabi nelle cui regioni viene coltivata e consumata da secoli con il consenso delle autorità. I suoi effetti, del tutto simili a quelli prodotti dalla cocaina, cioè toglie gli stimoli di fame e fatica ed è un analgesico, possono durare per più di 3 ore. Come la cocaina il khat crea dipendenza, ma va consumato entro 48 ore dalla sua raccolta e si presume che con i moderni metodi di conservazione non possa durare più di 3 o 4 giorni e ciò dovrebbe limitarne l’impiego. Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il khat tra le sostanze proibite.
Tuttavia dopo lo stramonium, la salvia Divinorum e oggi l’Ortensia, molto in uso in Germania, ecco approdare in Europa il khat e non è difficile immaginare una sua ampia divulgazione visto le attinenze con la cocaina e il prezzo molto inferiore a quest’ultima. Infatti un recente studio condotto dalla European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs coadiuvato dalla Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari – Ifc-Cnr stima che in Italia l’1% dei liceali abbia già fatto uso di questa droga.
Dall’America invece sono arrivati a noi i painkillers, ammazza-dolore. Sono gli oppioidi: potenti farmaci prescritti ai malati oncologici e a chi patisce dolori cronici e postoperatori seri. Si tratta per lo più di due principi attivi l’ossicodone, che oltreoceano miete più vittime di eroina e cocaina insieme, contenuto nei farmaci OxyContin, Percodan (In Italia venduto come Depalgos) e Percocet e l’idrocodone presente nel Vicodin (non si vende in Italia, ma si può comprare in rete). Molto pericoloso è anche il fentanile, somministrato con cerotti transdermici.
Questi farmaci, che vengono prescritti senza la minima limitazione anche per un semplice mal di denti da medici compiacenti, ricompensati da certe aziende farmaceutiche, continuano a mietere un numero enorme di vittime essendo diventati la nuova droga del ceto medio americano.
Purtroppo la fama di questi micidiali antidolorifici ha raggiunto anche l’Europa: in Inghilterra le ricette per questi medicinali sono quadruplicate in 10 anni e quello che è peggio si stanno diffondendo tra i giovani in cerca di sballo “legale”.
Riccardo C. Gatti, medico psicoterapeuta e direttore del Dipartimento delle dipendenze della ASL di Milano dichiara che l’atteggiamento verso la droga è cambiato: si è passati dalla fase ottanta-novanta, quand’era estraniazione e devianza, ai novanta–primi anni del millennio ovvero il doping per far sesso e carriera, alla fase 2012-2013 in cui la droga viene consumata in senso utilitaristico, senza aderire a stili di vita, perché i nativi digitali vogliono facile, subito, gratis, scaricabile. “Una vale l’altro, mi serve oggi, domani sarò normale, non faccio il tossico, la cultura dell’illegale non mi piace.” Per questo oggi le droghe chimiche sono le più consumate.
L’avvento di sempre nuove sostanze da un lato porta ad un lieve decremento degli stati di dipendenza come riportato dallo studio dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, ma non si può celare la forte preoccupazione nel constatare un notevole abbassamento dell’età di chi fa uso di droghe per la prima volta.
E’ perciò auspicabile che le autorità predispongano urgentemente una costante e mirata attività di prevenzione nelle scuole e nelle famiglie per divulgare la conoscenza delle tipologie di droghe e dei danni che esse possono produrre.
Da molti anni i centri Narconon svolgono con successo conferenze di prevenzione, portando testimonianze di giovani che possono orgogliosamente dichiarare di aver vinto la propria battaglia con la droga.
Chi fosse interessato a ricevere informazioni per organizzare conferenze di prevenzione può contattare l’associazione Narconon Sud Europa allo 02.36589162 o all’indirizzo e-mail: info@narcononsudeuropa.org