Il sottosegretario alla Salute ed ex governatore della Basilicata (Pd) accusato di induzione indebita. Tra gli indagati anche la sua segretaria, Mariachiara Montemurro
di Virginia Piccolillo www.corriere.it
«Sono sbalordito». Così il Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo (Pd), ha commentato a caldo la notizia che risulta ancora indagato con l’accusa di induzione indebita, nel petrolgate della Basilicata. L’ex governatore lucano era stato al centro degli accertamenti per i suoi contatti con l’ex sindaco di Corleto Perticara, località in cui sorge il Centro Oli della Total. In particolare per alcuni colloqui che vertevano sulle elezioni locali, nelle quali si registrava l’attivismo dell’ex sindaco, Rosaria Vicino, e le sue richieste al sottosegretario di un «interessamento» per piazzare il figlio all’Eni.
Il posto di lavoro
Il posto all’Eni non arrivò, alle selezioni venne scartato. Più tardi invece il figlio venne assunto in un’azienda subappaltatrice dell’Eni. Per questi fatti il sottosegretario era stato iscritto per il reato di traffico di induzione, e ad ottobre ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini, ieri riportato da la Repubblica e dal Quotidiano della Basilicata. Ma il suo nome non compariva tra gli indagati nella successiva ordinanza di custodia cautelare, per Rosaria Vicino, i funzionari Eni e l’ex compagno di Federica Guidi, Gianluca Gemelli.
La segretaria
Tra i nuovi indagati, oltre a De Filippo, vi sarebbe anche la sua segretaria, Mariachiara Montemurro, consigliera comunale in quota Pd a Gallicchio (Potenza). Nell’ordinanza del 31marzo erano riportate intercettazioni telefoniche a sostegno di liste elettorali con esponenti politici vicini a De Filippo, come la stessa Montemurro. Quest’ultima veniva utilizzata, secondo i pm, da De Filippo come «canale» di comunicazione l’ex sindaco per informarla dei progressi nell’attività per arrivare all’assunzione del figlio.