La Germania fa fronte comune con Francia, Olanda e Belgio. Il commissario Ue Avramopoulos: «Non cambieremo la missione di salvataggi come chiede l’Italia»
Tallin (Estonia) – Anche al vertice informale dei ministri dell’interno di Tallin non decolla la proposta italiana di “regionalizzare” l’approdo dei migranti tratti in salvo in mare nel Mediterraneo che ora vengono sbarcati all’85% nei porti della Penisola. Dopo il no di Francia e Spagna (esplicitato nel recente vertice di Parigi), è arrivato il rifiuto del Belgio, dell’Olanda, del Lussemburgo e Germania: tutti contrari all’apertura di altri porti Ue per lo sbarco dei migranti.
Triton non cambia
Altra doccia fredda per l’Italia è arrivata dal commissario Ue per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che, sintetizzando la posizione prevalente di molti membri dell’Unione, ha escluso un cambiamento nel modulo di impiego della missione navale dell’Unione, Triton (Frontex), attualmente dispiegata nel Mediterraneo: “Il mandato della missione Triton è ben definito. Si tratta di migliorare quanto già concordato. Fanno già un lavoro molto buono”. L’Italia sperava e auspica ancora che, attraverso una rimodulazione di Triton, si alleggerisca la pressione degli sbarchi sui porti italiani.
Minniti: «Posizioni contrastanti»
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha riconosciuto che sull’apertura dei porti di altri Paesi Ue all’arrivo dei migranti «ci sono posizioni contrastanti» e ha assicurato che l’Italia ne discuterà «con la necessaria fermezza». «Questa non era la sede per discutere dell’apertura di altri porti per i migranti», ha ricordato a margine della riunione con i colleghi dell’Ue «ne discuteremo la prossima settimana nell’ambito di Frontex ma è evidente che su questo punto ci sono posizioni contrastanti». Sui temi al centro del vertice il responsabile del Viminale ha aggiunto che «c’è stato un riconoscimento delle questioni poste dall’Italia e c’è stata la quasi unanimità sull’attività in Libia, sul codice di condotta per le Ong e sul rafforzamento dei rimpatri».
Le nuove regole delle Ong
All’ordine del giorno del vertice dei ministri del’Interno di Tallinn c’è il corposo piano d’azione elaborato dalla commissione Ue, presieduta dal lussemburghese Claude Junker, per sostenere l’Italia che tra l’altro invita i Paesi membri a recepire il codice di regolamentazione elaborato dalla nostra Guardia costiera per le Organizzazioni non governative (ONG) che svolgono attività umanitaria con le loro navi nel Mediterraneo. L’Italia propone alcuni importanti paletti per queste navi: divieto accesso alla acque territoriali libiche; divieto di spegnere i trasponder, divieto di segnalazione notturna con luci e razzi; divieto di trasbordare i naufraghi sul altri natanti; obbligo di fornire l’elenco con i nomi dell’equipaggio; obbligo di rendere i noti i finanziamenti delle rispettive organizzazioni.