Davide Di Martino, il compagno dell’ex modella fiorentina scomparsa dal 3 febbraio e ritrovata morta, è finito in carcere con l’accusa di omicidio: in casa c’erano i sacchi uguali a quello in cui è stato trovato il corpo, ma lui non confessa di Simone Innocenti Corriere.it
Davide Di Martino, il compagno di Irene Focardi, l’ex modella fiorentina scomparsa dal 3 febbraio a Firenze, è finito in carcere con l’accusa di omicidio. Per l’uomo il pm ha firmato il decreto di fermo. Il cadavere della donna è stato trovato domenica dentro un sacco nero, in un fosso vicino all’abitazione di Di Martino. L’uomo si trovava già ai domiciliari per scontare una pena a tre anni e nove mesi per maltrattamenti: il processo era nato proprio dalle violenze subite da Irene. Nonostante questo, i due avevano continuato a frequentarsi. In un’interrogatorio, Di Martino agli inquirenti aveva detto: «Non l’ho fatta sparire io, l’amavo e lei mi voleva sposare». Martedì, quando l’autopsia ha confermato che il cadavere trovato domenica era quello di Irene, la casa di Di Martino è stata a lungo perquisita dagli uomini della mobile e della scientifica della questura di Firenze. Nella notte è poi scattato il fermo: in casa sua sono stati trovati dei sacchi neri simili a quello dove era il corpo di Irene. Di Martino si trova adesso nel carcere di Sollicciano ma non ha confessato: «Si è chiuso in se stesso, ora aspettiamo la convalida del Gip», ha detto il procuratore capo Giuseppe Creazzo.
Il procuratore: «Cerchiamo un coltello»
«Di Martino è accusato di omicidio volontario, maltrattamenti aggravati dalla morte e occultamento di cadavere – ha detto Creazzo – Ci sono stati riscontri investigativi, rinvenimenti e testimonianze a suo carico». «Il cadavere di Irene Focardi ha il cranio sfondato e altri gravissimi traumi che hanno dato esito mortale», ha aggiunto Creazzo. «Ma ci sono segni sul corpo anche di arma da taglio e stiamo cercando un coltello di piccole dimensioni». Creazzo ha anche detto che «le indagini hanno avuto nelle ultime ore un’evoluzione rapida. Di Martino era a conoscenza, anche date le perquisizioni ricevute da parte della polizia, di alcuni elementi investigativi e temevamo che sfuggisse. Per questo è stato disposto il fermo in carcere».