L’ex amministratore delegato di Ferrovie giunge a Finmeccanica dopo la cessione delle controllate nei Trasporti e punta sull’Aerospazio e la Difesa da Repubblica.it
Finché c’è guerra c’è speranza, recitava il titolo di una commedia cinematografica italiana degli anni ’60. Qualche decennio dopo, per chi opera nel settore della Difesa e della Sicurezza non è necessario fare il tifo perché non manchino mai crisi internazionale destinate a sfociare in un conflitto armato. Bastano e avanzano le politiche di spesa da utilizzare come deterrente. Soprattutto da quando nuove “potenze” mondiali si sono affacciate sullo scenario internazionale e si stanno dotando di un esercito all’altezza del nuovo ruolo. E’ su questo che scommette in buona parte Finmeccanica per rilanciare le sue controllate, dopo la vendita del settore trasporti, con i bus Menarini e AnsaldoEnergia finite ai cinesi e Ansaldo Breda e AnsaldoSts rilevate dai giapponesi. E non occorre essere esperti di strategie geopolitico-militari per scriverlo, visto che è stata la stessa Finmeccanica a metterlo nero su bianco: “Il gruppo prevede una crescita complessiva nei prossimi anni dei mercati della Aerospazio, Difesa e Sicurezza, trainata principalmente dall’aeronautica commerciale e militare, dalla crescita delle spese per la Difesa da parte delle economie emergenti e dalla domanda di sistemi di tutela da minacce assimmetriche”.
In sostanza, i manager guidati dall’ex numero uno di Ferrovie Mauro Moretti puntano ai mercati di quei paesi che grazie alla nuova ricchezza hanno bilanci che possono ancora permettersi di far crescere il debito pubblico, nonché a quel capitolo di spesa cui nessun governo al mondo puo’ rinunciare e He risponde al nome di lotta al terrorismo. Cercando di prevenire le polemiche, lo stesso Moretti – durante la sua recente audizione alla commissione Industria del Senato – ha fatto professione di realismo: il pacifismo – ha ammesso – e’ una bella cosa ma poi bisogna fare i conti con le imprese e i posti di lavoro”.