Amici, membri della comunità libica e la stessa famiglia del kamikaze dell’Arena si sarebbero rivolte ai servizi per allertarli su quel giovane che inneggiava alla jihad. Londra – irritata per le immagini di Manchester pubblicate dal NYT – blocca lo scambio di informazioni con gli 007 di Washington. Altri due arresti, otto in totale le persone fermate. Media: “Trovato esplosivo per nuovi attacchi”. Continua la caccia all’artificiere www.repubblica.it
La polizia britannica ha arrestato altre due persone che sarebbero collegate in qualche modo a Salman Abedi, il kamikaze autore dell’attentato che lunedì sera ha provocato 22 morti all’Arena di Manchester. Salgono così a otto i fermi, ritenuti dalla polizia di Manchester “significativi”, legati alla strage del concerto rivendicata dall’Isis. Con sequestri di “materiali” definiti “molto importanti”. Mentre è stata rilasciata senza capi di imputazione una donna arrestata nella serata di ieri. Sale intanto la polemica sul mancato allarme e, forse, su qualche passo falso della security britannica: secondo il Telegraph, il 22enne britannico di origine libico era stato segnalato alle autorità dell’antiterrorismo britannico almeno cinque volte, ma non è stato fermato. In particolare il quotidiano spiega che anche alcuni amici del ragazzo avrebbero contattato le autorità dopo che il 22enne aveva detto loro che “essere un attentatore suicida era ok”.