Ok dell’aula alle norme che riguardano le società non quotate. Bocciato invece l’emendamento di Lega e M5s che voleva innalzare la pena a sei anni: la modifica avrebbe reso possibile l’uso delle intercettazioni da Repubblica.it
Ok dell’aula del Senato alle norme che riguardano il falso in bilancio per le società non quotate. L’assemblea di palazzo Madama ha approvato a scrutinio segreto l’articolo 8 del disegno di legge anticorruzione con 124 voti favorevoli, 74 contrari e 43 astensioni e prevede che “gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni”.