Nella notte l’arrivo a Ciampino. Il dolore delle famiglie. L’autopsia all’Ospedale Gemelli di VALERIA PINI da www.repubblica.it
“Tra i nostri sequestratori nessuno parlava l’italiano”. Filippo Calcagno, uno degli ostaggi italiani in Libia tornato in Italia, esclude questa ipotesi, commentando le parole di Rosalba Castro, la vedova di Salvatore Failla che ieri aveva detto, nel corso di una conferenza stampa che uno dei sequestratori che l’aveva chiamata al telefono parlava l’italiano.
“Ho sentito la registrazione di Failla fatta ascoltare ieri dalla moglie. Le cose sono andate così, il racconto non si allontana dalla realtà, dall’incubo che abbiamo vissuto. Loro ci avevano chiesto un numero di cellulare di tutti nostri familiari. Io non ricordavo a memoria il numero dei cellulari di mia moglie e dei miei figli, e gli dissi che l’unico numero che potevo dare era quello fisso di casa e lo presero. Ce li hanno estorti”, ha aggiunto Calcagno, intervenendo alla trasmissione Radio anch’io.
“Sequestratori non parlavano italiano”. E sul sequestro ribadisce: “Tra i sequestratori non c’era chi parlava in italiano. Ci dissero attraverso Salvo Failla, che era l’unico che capiva il francese, che loro non parlavano neppure tanto bene, di stare attenti e di non dire altre cose se non quelle cose che venivano suggerite. Però ci dissero che siccome quelle registrazioni dovevano essere fatte in italiano… ci dissero di stare attenti di non dire altre cose che non fossero quello che veniva suggerito, perché c’era qualcuno che capiva quello che… perché loro dovevano farlo sentire a qualcuno”. Calcagno interviene anche sul ritrovamento di un passaporto nel covo, dice: “Quello che hanno trovato nel covo dove eravamo non lo so, abbiamo cambiato luogo solo il 28 novembre”.
La trattativa. Nell’intervista ha confermato l’ipotesi di una trattativa in corso per liberarli: “Sì che avevamo avuto questa impressione, l’avevamo avuta, di fatto ci speravamo tanto”. Ci “accorgevamo” di come stesse andando la trattativa “dai trattamenti – ha proseguito Calcagno -, perché … quando non avevano contatto loro venivano e si sfogavano con noi. Ce ne accorgevamo di là, perché quando avevano il contatto erano più calmi, più… poi magari venivano, non c’é il contatto e allora giù botte.