Visione, Tecnologia e progettualità al servizio della comunità: Roccamandolfi scelto dalla Rete Communia per l’avvio di una sperimentazione nazionale in tema di rigenerazione culturale e sociale.
“Communia – Rete nazionale per i beni comuni, la conversione ecologica e le generazioni future” e “Civica srl”, startup innovativa di Isernia, hanno scelto il borgo molisano di Roccamandolfi come laboratorio di sperimentazione nazionale del progetto CLAN (Commons Local Area Network) ideato da Marco Filippi, professore emerito del Politecnico di Torino e membro dell’Accademia delle Scienze, e Flavio Corno, professore associato al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, e rivisitato e sviluppato da Communia.
Il progetto CLAN è un innovativo modello di rigenerazione culturale, sociale e urbana di piccoli territori realizzato attraverso una strutturata e co-partecipata applicazione di una rinnovata visione dei beni comuni intesi come elementi funzionali alla piena realizzazione delle persone all’interno delle comunità dove vivono e lavorano.
CLAN (…Local Area) si riferisce ad un’area da rigenerare dal punto di vista urbano, culturale e sociale affinchè possa tornare a svolgere il proprio ruolo di aggregazione, di socialità e di volano per uno sviluppo economico-sociale sostenibile e rispettoso dell’ambiente e delle future generazioni;
CLAN (….Local Area network) si rivolge ad una comunità di persone che ripensano il proprio territorio come un sistema di beni comuni da tutelare e da salvaguardare, e agiscono in modo autonomo e responsabile, in collaborazione con imprese, associazioni ed istituzioni per creare le condizioni per lo sviluppo dei talenti e la piena realizzazione delle persone;
CLAN (Commons, Local, Area, Network) e’ una visione di economia comunitaria basata su paradigmi di collaborazione, partecipazione attiva e responsabilità individuale nelle attività di cura e rigenerazione dei beni comuni materiali ed immateriali costitutivi di qualsiasi comunità grande o piccola che sia.
L’idea alla base del progetto CLAN è quella di ricollegare i contenuti e le forme del patrimonio culturale, naturalistico ed esperienziale italiano alle comunità, attraverso legami di senso. Innovative tecnologie digitali popoleranno questi luoghi di un flusso ininterrotto di contenuti scientifici, sociali e artistici per consentire alle comunità di riappropriarsi dall’intreccio di valori e significati che hanno, nel tempo, definito la fisionomia e l’identità delle stesse comunità.
Nessun progetto serio di rigenerazione di un territorio puo’ prescindere dal ruolo fondamentale che svolgono le persone singole o riunite in associazioni rispetto alle attività di cura, di salvaguardia, di rigenerazione e di valorizzazione, anche a fini turistici, dei beni comuni costitutivi della comunità e fondamentali nel percorso di transizione civica intesa come base strutturale delle transizioni ecologiche e tecnologiche in atto in questo particolare momento storico.
Alla base del proprio processo di rigenerazione CLAN pone il concetto di co-progettazione civica e’ l’attivazione di un processo di intelligenza collettiva e connettiva cosi’ come definita da Levy: “il prodotto della memoria collettiva, dell’immaginario collettivo, capace di divenire progettualità nel momento in cui l’uomo mette a disposizione della collettività gli strumenti che permettono una interazione tra gli individui”.
Le partnership in campo
Il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi e l’intera amministrazione comunale hanno espresso grande soddisfazione per l’importante risultato ottenuto. L’amministrazione comunale ha aderito alla Rete Communia da dicembre 2021 e grazie a questo può ora realizzare insieme la sperimentazione del progetto CLAN come strumento di rigenerazione culturale e sociale all’interno di un borgo piccolo dotato di importanti attrattori culturali e naturalistici.
Il progetto sarà sviluppato utilizzando il modello “Civica Circular Model”, un innovativo sistema di co-progettazione, ideato e messo a disposizione da Civica srl, startup innovativa isernina, che consentirà la partecipazione attiva e responsabile della comunità locale in tutte le fasi progettuali, ivi compresa quella della progettazione degli interventi.
Diverse organizzazioni degli oltre 248 nodi di Communia, la Rete nazionale per i Beni comuni, collaboreranno alla co-progettazione e alla successiva implementazione del progetto.