Riceviamo e pubblichiamo: “Expo 2015” di scena a Venafro: ma che senso ha?

punto di domandaMentre l’economia mondiale sperimenta nuovi modelli e inediti canali di sviluppo, si pensi alle nuove piattaforme informatiche dell’economia collaborativa che segnano il passaggio dal possesso di un bene al suo uso, valorizzandone la funzione di servizio, o alle nuove forme d’investimento legate al crowdfunding, alla base anche dei successi elettorali di Obama, o al boom degli smartphone, che sta rivoluzionando anche il modo di vendere e acquistare affermando di fatto quel “villaggio globale” con le sue inesplorate opportunità, in Molise si saluta “Expo 2015” con l’ennesima rassegna di gruppi folk, un mercatino di prodotti tipici, una mostra su Romeo Musa e una di Franco Cappellari, la proiezione di cortometraggi (in dvd?) e altro.

E’ il Molise proiettato al futuro, è il minestrone delle presenze omnicomprensive, è la mancanza di un progetto originale e innovativo, è la politica che sa offrire le migliori opportunità alla sua gente, che infatti ha di nuovo il primato per l’uso di valigie.

Dove avverrà tutto ciò in pompa magna? Forse a New York o a Londra, capitali della finanza? In Arabia Saudita, Qatar o Indonesia, mercati particolarmente attrattivi per i beni di consumo italiani? In Pakistan, Thailandia o Vietnam, aree interessanti per le nuove infrastrutture? Niente di tutto ciò, per carità. Molto meglio la molisanissima Venafro, dove – ne siamo certi – da tutto il mondo accorrerà gente per non perdersi il seminario sulle sofisticazioni alimentari, la straordinaria direzione d’orchestra del maestro Fio Zanotti o il mercatino della Coldiretti.

Mentre le poche aziende molisane che hanno bilanci in attivo sono proprio quelle che hanno saputo internazionalizzarsi e rispondere al meglio alle sfide planetarie, la politica locale continua a perpetuare le autocelebrazioni e le chiusure in sé stessi che accontentano i pochi per scontentare i molti: sopravvive il Molise degli stipendi pubblici e del welfare, praticamente non esiste – anche a livello demografico – un Molise del futuro, con i tanti giovani costretti a rifarsi una vita altrove, con i paesi che stanno definitivamente morendo, con la riduzione – anno dopo anno, anche sotto i colpi delle tasse – dei legami materiali e affettivi dei tanti emigrati.

Il Molise del futuro, dunque, parte da Venafro. Una grande notizia.
Valerio Mancini

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