L’arte di amare l’arte. Cinque sono gli anni della maturità.
In queste prime cinque edizioni si sono avvicendati al P.A.C.I. centinaia di artisti. E a loro che va il mio primo pensiero ma non soltanto in termini di profonda gratitudine. Io penso che ogni artista viva nel costante bisogno di comunicare la propria visione poetica e che di tale bisogno si alimenti anche l’impulso dell’attività poietica.
Si potrebbe parlare quasi di una sovrabbondanza comunicativa, simile alla hyperpléres, di cui parla Plotino come di una sovrabbondanza dell’essere che non può fare a meno di traboccare e di generare. Più che fame di verità è infatti desiderio di libertà. L’artista è allora un “Uno” che desidera liberamente un mondo ma che si pone necessariamente come ciò che scaturisce inevitabilmente dalla “ridondanza dell’Io”.
Si può affermare in tal senso che la libertà dell’arte si fondi sul principio dell’educazione. Dal latino ē (“da, fuori da”) e dūcĕre (“condurre”); tirare fuori quindi, liberare la “ridondanza” il cui significato definisce la predisposizione del soggetto alla conoscenza e, primariamente alla conoscenza del soggetto. L’arte affina le capacità di auto-indagine e di introspezione. Gli artisti sono del resto titolari di utopie interiori e la forza evocativa e la suggestione delle immagini che ne derivano, sono direttamente proporzionali al grado di autocoscienza. Per Hegel sarebbe la determinazione dell’Io succeduta non solo casualmente dall’esterno ma causalmente da me stesso. In questa sorta di sentimento religioso dunque, l'”Uno”, si rapporta con il concetto dell’universale, la cui determinatezza dipende molto dall’interesse nel quale io ho esistenza. Attraverso la dialettica dell’arte l’Io fa esperienza dell’universale, nella rappresentazione.
Certamente l’autorappresentazione non è sufficiente. Ed è per questo che momenti come il P.A.C.I., sono la dimensione giusta per inverare oppure discutere le proprie utopie. Il gesto del tirare fuori fa riferimento infatti alla grande lezione del dare. Il principio di generosità è inscritto da sempre nella filosofia dell’arte, nel senso precipuo che l’arte è di tutti e dei corollari che il concetto richiama a se della condivisione e dell’incontro.
Il tutto si scopre nella dimensione dell’incontro e dove lo “sfondamento” ritorna alla rappresentazione come della parte che partecipa del tutto. Il problema incontra la soluzione nella misura in cui questa resta problematica, nel senso che ri-produce la domanda. Per eludere l’errore non c’è altro mezzo che “la violenza dell’incontro”. Deleuze direbbe che è destino dell’immagine dogmatica del pensiero fondarsi per abitudine su esempi psicologicamente infantili, socialmente reazionari.
Provocare la visione poetica e l’attività poietica, significa stimolare la volontà di potenza. Liberare immagini per educarsi al loro sempiterno superamento. La trasvalutazione dei valori dogmatici promossa da Nietzsche, è prima di tutto il superamento dei propri limiti. L’artista è l’oltreuomo che infaticabilmente procede al di là della propria autorappresentazione.
Amare l’arte significa educarsi verso orizzonti di senso sempre nuovi, aprirsi alla scoperta ed alla “violenza dell’incontro”.
Amare l’arte significa conoscersi, amare se stessi. E gli altri. Fromm dice:
[…] lo scopo principale della vita deve essere lo sviluppo completo dell’uomo, e non le cose, la produzione, la ricchezza gli averi; lo stesso processo vitale deve essere davvero visto come un’opera d’arte. La vita è il capolavoro di un singolo individuo che deve mirare al massimo di forza e di crescita […].
Il P.A.C.I. non è nient’altro che un progetto di vita. (testo di Antonio Pallotta – Direttore Artistico del P.A.C.I. 2017).
l’associazione socio culturale SM’ART – l’arte sm! di Isernia, rende nota la 5^ EDIZIONE DEL P.A.C.I. PREMIO AUDITORIUM CITTÀ DI ISERNIA
Inaugurazione:
domenica 3 settembre 2017 – ore 18:00
Sala Mostre – Auditorium Unità d’Italia, Corso Risorgimento 221, Isernia.
Direttore Artistico
Antonio Pallotta
Edizione critica a cura di:
Gioia Cativa – Critco e storico dell’arte
Carmelo Cipriani – critico d’arte
artisti in mostra:
Evita Andujar, Gianfranco Basso, Michele Carafa, Tommaso Cascella, Giuseppe Ciracì, Luciano Di Gregorio, Cecilia Falasca, Gabriele Lacchè, Vanni Macchiagodena
Gian Ruggero Manzoni, Vincenzo Mascia, Nunzio Paci, Maya Pacifico, Antonio Pallotta, Michele Spina.
catalogo della mostra:
Edizioni sm! – ISBN 9788894285703
orari:
tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 18:00 alle ore 20:00 fino al 3 ottobre 2017
biglietto:
ingresso gratuito
Calendario degli eventi:
VERNICE INAUGURALE
03/09/2017
ore 18:00
intervengono i critici d’arte Gioia Cativa e Carmelo Cipriani, il direttore artistico Antonio Pallotta, e le autorità presenti.
“PLASMODIO”
08/09/2017
ore 18:00
Prima nazionale della presentazione del libro del poeta Isernino Antonio Vanni, edito da Edizioni EVA di Venafro (IS). Intervengono: l’autore Antonio Vanni, il filosofo e scrittore Francesco Giampietri; il poeta e saggista Giuseppe Napolitano; il giovanissimo poeta di Viareggio Dario Maraviglia.
“NON APRITE QUEL PACCO”
16/09/2017
ore 18:00
Prima nazionale della presentazione del graphic novel d’azione di Marco Tarquini in arte TARMA.
“Il POST INFORMALE IN VENANZIO MARRA”
23/09/2017
ore 18:00
Presentazione del libro sull’opera dell’artista salentino Venanzio Marra a cura del Prof. Margarito. Intervengono: l’autore Donato Margarito, l’artista Venanzio Marra; il critico d’arte Gioia Cativa.
FINISSAGE E PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “IL CRITICO E LE MODELLE”
DI GIORGIO GRASSO.
01/10/2017
ore 18:00
Finissage del P.A.C.I. con la proclamazione dei vincitori e l’assegnazione dei riconoscimenti previsti. A seguire presentazione dell’opera prima di Giorgio Grasso “Il Critico e le Modelle – Il romanzo dell’arte nella voce delle sue protagoniste”, volume edito da Pacini Editore di Pisa e scritto in collaborazione con Gioia Cativa. Intervengono: l’autore Giorgio Grasso e Gioia Cativa.