Protocollo Intesa Neuromed- Federanziani.Una collaborazione che porterà a screening ed approfondimenti

Nuovi interessanti risultati scientifici sono stati presentati al Congresso annuale della Società Geologica Americana che si è tenuto a Baltimora negli Stati Uniti dall’1 al 4 Novembre 2015. Si tratta dello studio della composizione isotopica del carbonio e dell’ossigeno calcolata su 17 denti di rinoceronte provenienti da quattro diversi livelli archeologici del sito de La Pineta di Isernia. La ricerca è stata condotta da Alessandro Zanazzi del Department of Earth Science della Utah Valley University (Orem, USA) in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Ferrara.

La composizione isotopica prende in esame il rapporto tra atomi dello stesso elemento chimico che hanno diversa massa, cioè un diverso numero di neutroni. Nel caso di Isernia è stato indagato il rapporto tra carbonio 13 e carbonio 12 e tra ossigeno 18 e ossigeno 16.

Queste analisi consentono di ricostruire il clima e l’ambiente di 600 mila anni, quello presente a quell’epoca quando l’uomo frequentava l’area de La Pineta,

La composizione isotopica del carbonio nei denti fossili dipende principalmente dalla dieta dell’animale, più precisamente dalla quantità e dalle differenti specie vegetali che l’animale ha consumato mentre era in vita. Le piante hanno infatti un diverso meccanismo fotosintetico e per questo motivo vengono raggruppate in modo differente. Ad esempio alberi, arbusti ed erbe che crescono in ambienti o stagioni fresche rientrano nel gruppo delle C3, mentre le piante erbacee che crescono in aree tropicali o in stagioni calde sono le C4.

La composizione isotopica dell’ossigeno dipende invece principalmente dalla composizione delle acque meteoriche che l’animale ha bevuto in paludi o fiumi mentre era in vita. La composizione delle acque meteoriche riflette principalmente la temperatura media annuale, quindi analizzando i denti fossili si puo’ determinare la temperatura in un determinato momento cronologico.

I nostri dati suggeriscono che l’ambiente ad Isernia 600 mila anni fosse dominato da piante del gruppo C3, del tutto simile quindi alle condizioni attuali. Inoltre i risultati portano a definire una temperatura media annua di circa 11 gradi, leggermente più fredda di quella attuale che è dell’ordine di 13 gradi. I dati sembrano inoltre indicare un clima con limitato contrasto stagionale, tendenzialmente uniforme durante l’anno.

Questi parametri climatici, da considerarsi favorevoli nei riguardi della reperibilità di risorse alimentari, potrebbero aver favorito la diffusione e la presenza duratura di gruppi umani nell’area de la Pineta 600 mila anni fa. Le ricerche si svilupperanno con l’analisi di altri parametri e verranno applicate anche ad altre specie animali al fine di ottenere un quadro sempre più completo di una realtà tanto antica da collocarsi agli albori delle vicende storiche del popolamento umano del nostro continente.

 

 

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