Lettera pubblica di contestazione della paventata “riforma” in materia di “giustizia”
Egregio sig. Ministro,
essendo in forza presso l’INPS di Isernia ho svolto e continuo a svolgere, tra l’altro, la funzione di supporto tecnico in numerose udienze presso il Tribunale di Isernia (oltre 100 l’anno) , afferenti a risvolti penali connessi ad omissioni contributive nel settore previdenziale, che si consumano in danno ai lavoratori ed allo stato sociale.
Nella nostra realtà (come nelle altre) tale funzione di accertamento tecnico ha concorso e concorre, per diversi milioni di euro, al recupero di crediti previdenziali, necessari al finanziamento delle prestazioni previdenziali e sociali (tanto più nella situazione di acuta crisi attuale).
Le ho fatto questa premessa afferente alla mia attività lavorativa quotidiana, per porre l’attenzione su uno dei tantissimi esempi, che dimostrano come la Sua “riforma della giustizia” , laddove paventa la soppressione del Tribunale di Isernia (come di altri), non solo è antisociale, ma appare irrazionale ed in palese contraddizione anche con la enunciata finalità del “risparmio”.
Infatti Le chiedo: se essa dovesse essere attuata, quanta spesa pubblica in più vi sarebbe ad esempio per l’INPS di Isernia, laddove la predetta funzione di servizio dovesse essere svolta presso tribunali di Roma o di Napoli o comunque altrove a centinaia di chilometri? Quanto costerebbero in termini di energie e tempi lavorativi, rischi di infortunio, e spese materiali, all’INPS di Isernia, 100 viaggi-missione l’anno per udienze che peraltro impegnano tutta la giornata date le note attese ? E se moltiplichiamo per tutte le sedi d’Italia dell’INPS tale misfatto, quanto costerebbe in più la sua “riforma” già solo per questo “dettaglio” ?
Certo, questo è solo un banalissimo esempio e neanche il più importante; però già è emblematico per disvelare come le Vs decisioni siano totalmente scevre dalle esigenze sociali cui dovrebbero essere finalizzati i servizi pubblici. E per dimostrare che in realtà i Vostri provvedimenti, dietro le astratte enunciazioni di miglioramento, rispondano a ben altri interessi: risparmiare sulla pelle delle classi meno agiate, per garantire miliardi di interessi annui sui titoli pubblici, passati, come frutto di anni di rapine sociali, nella titolarità di capitalisti e banchieri, cioè di coloro che hanno in mano il governo reale del paese.
Tralascio altre e superiori argomentazioni, data la qualità in cui mi esprimo in questa sede; esse saranno poste sul piano politico ed in altra veste, di fronte alle masse popolari molisane.
Tuttavia vorrei chiosare accennando ad un problema di fondo: a parte le diffuse ed impunite ingiustizie giudiziarie contro le parti deboli, che annullano il buon operato dei pochi magistrati seri non avvezzi a coprire i soprusi, la questione di fondo di cui mai si parla nelle vostre (contro)riforme reazionarie è il carattere di classe della giustizia, sempre meno accessibile ai ceti popolari e sempre più appannaggio dei ceti benestanti e potenti.
Protesta da Isernia contro il Ministro della Giustizia
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