In relazione a quanto riportato dagli organi di informazione, sull’interrogazione presentata dal
senatore Elio Lannutti, per la gestione dei casi di infezione da Covid-19 nella clinica del Neuromed, il nostro Istituto precisa di seguito la reale sequenza degli eventi.
Nel contempo, ci riserviamo ogni azione contro la diffusione di notizie totalmente scollegate dalle realtà e pertanto infondate e deleterie non solo per noi, ma anche per la collettività tutta, che sta attraversando un momento drammatico, in cui, più che alle polemiche, bisognerebbe pensare ad essere tutti uniti, contro il nemico comune di una Pandemia che ha messo in ginocchio il nostro Paese, come il resto del mondo.
Comunque ad onore del vero e senza rispondere direttamente al senatore Lannutti, che in altra sede sarà chiamato a dare spiegazioni sulle inesattezze temporali e sulla tendenziosità malevola delle sue affermazioni, si elenca di seguito la reale sequenza dei fatti:
1 – A metà febbraio ci fu uno dei primi casi di contagio Covid 19, che colpì un dipendente dello
stabilimento Unilever di Casalbusterlengo (Lodi).
2 – A Pozzilli esiste un altro stabilimento della stessa azienda e per questo si parlò molto di questo caso e cominciò a girare anche la voce che ci sarebbe potuto essere un altro contagio, nell’industria del posto, perché alcuni dipendenti sarebbero andati a lavorare anche nello stabilimento di Casalpusterlengo.
3 – Il 22 febbraio una studentessa siciliana che svolgeva un tirocinio presso il Neuromed, appresa la notizia dalla stampa o dal web, circa un fantomatico caso di contagio all’Unilever di Pozzilli (cosa mai accaduta), fa circolare un audio sui Social in cui affermava, in preda al panico, di aver paura di un eventuale possibile caso anche in Neuromed.
4 – immediatamente Neuromed smentiva il contenuto dell’audio e segnalava la tirocinante alle
Forze dell’Ordine e alla Prefettura per “procurato allarme”.
5 – All’epoca, non esisteva alcun sospetto, né tantomeno casi di Covid 19 in Neuromed
6 – A dire il vero, Neuromed ha applicato, dal primo giorno dell’emergenza, tutte le norme di
sicurezza previste, anche oltre ogni limite.
7 – Solo il 18 marzo sono stati accertati casi di Covid 19 in Neuromed, a seguito della nostra
richiesta di effettuare esami su un paziente che evidenziava sintomi nel reparto di
Neuroriabilitazione.
8 – In tale reparto sono ricoverati pazienti in post-coma e non autosufficienti.
9 – ai fini di ogni prudenza possibile e per la tutela di tutti, avevamo già ridotto tutte le nostre
attività a partire dai primi di marzo. Erano stati chiusi interi reparti e ambulatori, inoltre erano stati sospesi interventi chirurgici non salvavita.
10 – tutto il personale era stato munito della massima protezione individuale, con controlli della
temperatura all’ingresso e con la contestuale riduzione e controllo all’entrata dei familiari ammessi alle visite dei ricoverati.
11 – Peraltro i pazienti ricoverati rivelatisi positivi ai controlli erano asintomatici. Ed erano stati
individuati, grazie alla nostra premura, dopo un attento lavoro di controllo diagnostico.
In conclusione, sarebbe bastato controllare le date, per verificare che l’episodio della studentessa nulla aveva a che vedere con i casi verificati un mese dopo. Ma una malevola e dolosa ricostruzione degli eventi nella loro scala temporale, insieme alla “colpevole” confusione realizzata, se non altro ci ha spinti a ripristinare la verità dei fatti che dimostrano per intero la limpidezza assoluta delle nostre azioni.
Questa la nota stampa della Direzione dell’Istituto Neuromed.