Il giorno 15 dicembre 2013, nella Sala Convegni della Provincia di Isernia, si è svolta la premiazione relativa alla mostra d’arte collettiva organizzata a settembre nel foyer dell’auditorium di Isernia. Volutamente chiamato P.A.C.I. (Premio Auditorium Città di Isernia) per dare visibilità alla struttura che, compatibilmente con gli spazi disponibili va utilizzata, ma anche per dare visibilità ad Isernia e all’intera regione Molise. Se il P.A.C.I. dovesse ripetersi negli anni successivi, e se dovesse avere sempre più successo, ciò potrebbe essere una delle condizioni per motivare in primis gli artisti della nostra regione, ma anche gli artisti delle altre regioni, ad esporre nell’auditorium e ad Isernia.
La promozione dell’arte e della cultura, e di altre risorse del Molise, potrebbe incidere positivamente sul rilancio dell’economia. Alla premiazione sono intervenuti: Luigi Brasiello, sindaco di Isernia, Nico Ioffredi consigliere regionale delegato alla cultura, Mario Lombardi assessore provinciale alla cultura, Cosmo Galasso assessore comunale allo sport -turismo e cultura, Bice Antonelli presidente della prima commissione cultura, il critico d’arte Paolo Meneghetti, il critico letterario Luigi Alfiero Medea.
Questi i premiati:
Per le opere d’arte
Primo premio della critica: Beatrice Mastrodonato con l’opera: “Amnios”
Secondo premio della critica: Mariagrazia Colasanto con l’opera: “L’Argonauta”
Menzione speciale per la pittura: Gaetano Marinelli con l’opera: “Natura Morta”
Menzione speciale per la scultura: Cosmo di Florio con l’opera: “Amanti”
Menzione speciale per la fotografia: Lorenzo Albanese con l’opera con l’opera: “E Guardo il Mondo da un Oblò”
Per le opere di poesia:
Primo premio della critica: Enrica Romano con la poesia: “1000 Criste”
Secondo premio della critica: Angelomaria Di Tullio con l’opera: “Donna”
A ritirare i premi molti artisti, contenti dell’iniziativa.
Durante la serata si è discusso della possibilità di rendere il PACI un appuntamento importante per la città di Isernia e di estenderlo ad altre sezioni della produzione artistica e culturale come il cinema, la moda l’architettura, il giornalismo la musica, la scuola. Il P.A.C.I., come bene si evince dal titolo della kermesse, si lega non tanto a questa o a quella disciplina artistica in particolare ma, in maniera indissolubile all’auditorium indicandolo come luogo elettivo per la promozione dell’arte e della cultura. È importante, lo dico senza tanto parafrasare, che certe iniziative siano sostenute dalle istituzioni pubbliche, non tanto e non solo perché le associazioni da sole non possono supportare tutto il carico economico ma soprattutto perché, nessun processo di generale renovatio del tessuto sociale, può essere definito tale, se non supportato dalla responsabilità e dalla consapevolezza delle amministrazioni pubbliche.
L’associazione ha invitato i rappresentanti delle istituzioni presenti, ad “investire” sul premio auditorium, in modo da renderlo una opportunità per l’intera comunità. L’associazione da parte sua si è impegnata affinché, prima della fine di gennaio, sia predisposto il progetto per la seconda edizione. Altra questione rilevante è quella di mantenere la formula del premio in alternativa al museo. Lo dico perché, durante il suo intervento il Sindaco Brasiello ha manifestato l’intenzione di allestire un museo permanente da affiancare ad un nome illustre del campo dell’arte. Sono personalmente persuaso della convinzione che quella del museo è una modalità superata di fruire dell’arte specialmente nei centri minori dove l’arte dovrebbe eleggersi ad evento principale. Si pensi alle difficoltà economiche di un museo importante come il MACRO in una città importante e affollata di turisti come Roma. Ma si pensi pure al nostro MACI progetto miseramente fallito per mancanza di fondi. Ciò non vuol dire che a Isernia non possa esistere un museo d’arte contemporanea. Significa soltanto fare i conti con le condizioni al contorno: economiche, sociali, culturali, urbanistiche, storiche. La formula del premio, il quale non esclude che ad esso non si possa abbinare il progetto di uno spazio espositivo permanente, permette di rinnovare di volta le commissioni rendendole dinamiche, stimolando la partecipazione e la voglia di misurarsi con persone sempre diverse; conferisce a tutti la possibilità di partecipare semplicemente rispondendo ad un bando; ciò non esclude che non si possano invitare ospiti famosi. Il museo affidato al personaggio famoso impedirebbe da subito il rispetto di questa condizione fondamentale, il cui scopo andrebbe perorato anche solo per rendere più “democratica” una struttura “paracadutata” dal cielo e ancora non accettata dalla popolazione.
Neanche possono essere trascurate le istanze del curatore il quale avrà il legittimo diritto di decidere quale artista ospitare nella collezione del proprio museo. In tal senso molti artisti locali sarebbero inevitabilmente estromessi.
A Cassino qualche mese fa si è inaugurato il CAMUSAC, nuovo museo di arte contemporanea che ospita la collezione Longo. Un processo durato due decenni e perpetrato da una famiglia molto radicata sul territorio. Con questo voglio dire che bisogna preoccuparsi di instaurare delle tradizioni da condividere nel tempo con la comunità rifuggendo le troppo semplici tentazioni di infarcire “paracadutando dall’alto” soluzioni demiurgiche.
Antonio Pallotta
Carmelo Costa