Il Pcl di Isernia chiede al Comune di bloccare immediatamente i lavori in corso presso la villa comunale, pare per la costruzione di un campo di calcetto in erba sintetica (verificheremo), con l’inaudito abbattimento degli antichi alberi che da immemorabile rendono la bellezza e la memoria storica di uno dei pochi spazi verdi rimasti nel centro cittadino. Una spesa di oltre 138 mila euro, pagata con le tasse dei lavoratori, per abbattere alberi, anziché per sviluppare gli spazi verdi.
Tralasciamo, solo per ora, le verifiche circa il rispetto del vincolo giuridico di destinazione dei fondi regionali allo sviluppo degli spazi verdi, atteso che tale opera non pare attagliarsi propriamente ad esso, nonché il ricorso ad una trattativa privata per l’affidamento. Così come porremo in discussione l’operato di qualche autorità di controllo, circa l’uso improprio di asseriti “pericoli di caduta”, che di solito sono dedotti pretestuosamente per giustificare l’abbattimento degli alberi e le speculazioni della borghesia del cemento.
Peraltro è anche illogico l’operato del Comune di Isernia: da un lato si è tolto lo storico spazio dell’ex campo sportivo X settembre, per realizzare l’ultima nefandezza che ci ha regalato la giunta di destra, la spropositata “opera magna” dell’auditorium”, finita nello scandalo nazionale della “cricca” e non ancora ultimata (55 milioni di euro con cui si poteva invece riqualificare un’intera città con opere culturali e ambientali totalmente diverse), ed ancora oggetto d’inchiesta; dall’altro si abbattono antichi e storici alberi nel centro di Isernia per l’esigenza (improbabile) di un nuovo campo di calcetto.
Ed è anche singolare che tutto ciò avvenga proprio in spregio alla Giornata nazionale degli alberi appena trascorsa ieri, 21 novembre, istituita dalla legge n. 10 del 14 gennaio 2013 nell’ambito delle misure volte ad incentivare lo sviluppo degli spazi verdi urbani, la stessa legge che ha obbligato ogni Comune a piantare, entro sei mesi, un albero per ogni bambino nato o adottato nel Comune stesso. Ma invece di piantarli li abbattono.
Ricordiamo al Comune di Isernia, come a tutti i Comuni molisani, alle autorità preposte che consentono lo scempio, che gli alberi della Villa Comunale di Isernia (come negli altri parchi) non sono solo espressione di bellezza urbana, di luoghi dove tutti, ed in particolare bambini e anziani, possono trovare uno spazio naturale.
Ma che, soprattutto, come da fonti scientifiche comuni, ogni albero fornisce ossigeno per 10 persone ed assorbe, a seconda delle dimensioni, da 7 a 12 kg di emissioni di CO2 all’anno e riducono l’inquinamento acustico. Inoltre sappiamo che l’Italia perde suolo verde alla velocità di 8 metri quadrati al secondo, e che negli ultimi cinque anni è aumentato il ritmo di distruzione del verde (dati Ispra). Dunque anche ad Isernia va invertita questa deleteria tendenza.
Per questo proponiamo:
– l’avvio di una petizione popolare non solo per impedire nell’immediato questi lavori e salvare gli alberi della Villa Comunale;
– ridestinare le risorse, a partire dai suddetti 138 mila euro, ad un piano comunale per la sistemazione, riqualificazione e sviluppo degli spazi verdi in città, anche per gli obblighi previsti dalla suddetta L.10/2013 rispetto all’incremento degli alberi; un piano elaborato con forme di controllo popolare e democratico, e con la consultazione della popolazione residente nei vari quartieri, peraltro con risvolti occupazionali di utilità sociale e non per opere di scempio.
Vero è che nel sistema vigente la speculazione ed la legge del profitto rendono carta straccia ogni norma posta a tutela dell’ambiente; ma se la popolazione si sveglia e lotta, è possibile fermarli. Anche ad Isernia. Tiziano Di Clemente