Ospedale Agnone/Sale operatorie chiuse. Greco: mi hanno vietato l’ingresso, Florenzano ne risponderà nelle sedi opportune

A distanza di oltre due mesi dalle promesse – a suon di delibere e comunicati stampa –  di Toma e Florenzano sulla riattivazione delle sale operatorie dell’ospedale ‘Caracciolo’ di Agnone, nulla è stato fatto.

Malgrado il riammodernamento delle sale costato nel 2016 oltre 250.000 euro, il servizio di Chirurgia ambulatoriale complessa resta un lontano miraggio.

Come al solito a pagarne le conseguenze una vasta fetta di popolazione delle aree interne ormai sfiancate dalle bugie che il centrodestra regionale, spalleggiato dalla struttura tecnica, continua a diffondere senza alcun ritegno politico. Infatti se da una parte si continua a ripetere di voler riattivare il servizio chiuso ormai da due anni, dall’altra si accampano scuse quali la mancanza di parametri tecnici essenziali che consentano la riapertura.

Nel frattempo nelle ultime ore mi è stato vietato di svolgere, come prevede il mio mandato, un sopralluogo ispettivo nelle sale operatorie in questione. Circostanza di una gravità inaudita e mai registrata in passato che inevitabilmente mi ha costretto a diffidare e mettere in mora il direttore generale di Asrem, Oreste Florenzano il quale, se la situazione perdura, ne dovrà rispondere nelle sedi opportune, insieme a chi si è preso la responsabilità di ostacolare lo svolgimento del mio mandato. 

Quanto accaduto nella giornata di ieri conferma, se ce ne fosse bisogno, di mettere il bavaglio e limitare l’attività politica ad un consigliere di opposizione, nonché la volontà di proseguire con l’opera di demolire l’unico presidio ospedaliero di Area particolarmente disagiata presente in regione. È evidente che la mancanza di attenzione verso il territorio al confine tra Molise e Abruzzo sta portando ad un totale smantellamento della struttura. L’ulteriore dimostrazione giunge dalle insistenti voci provenienti dal laboratorio Analisi, che a causa della carenza di personale, rischia seriamente di diventare un semplice ‘punto prelievo’. Immaginabili le ricadute che tale scelta avrà sull’utenza, la quale sarà indotta a rivolgersi ad altri ospedali finanche per un semplice esame del sangue. In estrema sintesi il ‘Caracciolo’ sta morendo per consunzione tra l’indifferenza generale di amministratori locali e pseudo politici regionali che a squilli di tromba e annunci eclatanti sulla stampa, non si sono minimamente occupati di monitorare e impegnarsi per un concreto rilancio del nosocomio altomolisano.

A questo punto sento il dovere di rivolgere un particolare invito agli operatori sanitari e ai cittadini dell’intero territorio affinché in questa battaglia di diritti violati possano unire le forze e combattere in tutte le sedi opportune il disegno messo in atto da Regione e Asrem. Noi, come M5S saremo sempre al loro fianco, ma senza una presa di coscienza unitaria, sarà impossibile contrastare l’azione di mettere i definitivi sigilli al ‘Caracciolo’.

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