“Nevralgie craniche e facciali: diagnosi clinica, aspetti neuro radiologici e approcci terapeutici”. Questo il titolo del convegno ECM promosso dall’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed nell’ambito delle attività di Educazione Continua in Medicina. L’incontro si terrà venerdì, 17 aprile 2015, presso la Sala Conferenze del Parco Tecnologico dell’I.R.C.C.S. di Pozzilli, a partire dalle ore 9:30. Responsabile scientifico del simposio la dottoressa Anna Ambrosini, responsabile del Centro per lo Studio e la Cura delle Cefalee Neuromed.
La nevralgia trigeminale viene considerata la forma di dolore facciale più conosciuta e meglio riconoscibile nell’ambito della medicina sia specialistica che generica. Colpisce in genere pazienti in età più avanzata, rispetto agli altri pazienti cefalalgici, ed è caratterizzata da un dolore simile ad una scossa elettrica nel territorio della seconda (mascellare) della terza (mandibolare) e/o, più raramente, della prima branca (oftalmica) del nervo trigemino. “Un dolore di pochi secondi ma lancinante – spiega la dottoressa Anna Ambrosini, responsabile del Centro per lo Studio e la Cura delle Cefalee Neuromed – spesso scatenato da attività comuni quali mangiare, parlare, lavarsi i denti e quindi spesso disabilitante per il paziente che ne è affetto. Tale dolore in genere non si accompagna ad altri sintomi specifici. Si ritiene che nella maggioranza dei casi la forma di nevralgia trigeminale (che si scatena cioè nelle tre parti del viso) detta “classica” sia dovuta al verificarsi di un cosiddetto “conflitto trigemino-vascolare” nel quale un ramo arterioso con decorso anomalo opera una qualche pressione sulla radice del nervo trigeminale, determinando un parziale deterioramento della sua guaina mielinica (il rivestimento che circonda le fibre nervose rendendo possibile il loro funzionamento, ndr)”.
Le tecniche radiologiche di più recente generazione permettono di rivelare l’anomalia sopra citata con maggior facilità rispetto al passato, svelandone la presenza perfino in quei casi che in precedenza avrebbero richiesto l’esplorazione chirurgica.
“Molte tecniche chirurgiche sono state a tutt’oggi messe a punto nella gestione della nevralgia trigeminale laddove il trattamento farmacologico, in genere a base di antiepilettici quali carbamazepina ed oxcarbazepina, dovesse fallire. – continua la dottoressa Ambrosini – Tali tecniche comprendono non soltanto quelle neuro lesive, ormai pressoché obsolete, e l’intervento di decompressione chirurgica del nervo, da preferire qualora le condizioni cliniche del paziente lo permettano, ma anche tecniche innovative e di tipo non invasivo come quelle radio chirurgiche”.
Alla base di un buon trattamento c’è sempre una diagnosi corretta che, nel caso delle nevralgie trigeminali, viene spesso sbagliata. “Frequentemente – continua Ambrosini – la nevralgia trigeminale viene attribuita ad altre forme di cefalea primaria dalle caratteristiche molto diverse, quali emicrania e cefalea a grappolo, o attribuendo queste forme nevralgiche alla presenza di patologie strutturali del capo (ad esempio patologie odontoiatriche o otorinolaringoiatriche) che portano il paziente a numerose visite e/o interventi di scarsa utilità diagnostica e terapeutica.
È per questo che è necessaria una formazione, allo scopo di garantire una diagnosi corretta e un trattamento adeguato, sia farmacologico che chirurgico. Un approfondimento adeguato e specialistico, quello di venerdì, rivolto non soltanto ai Medici di Medicina Generale ma anche a Neurologi e Neurochirurghi che non abbiano approcci frequenti al dolore facciale. E naturalmente ai medici che, occupandosi di dolore facciale, desiderino maggiori competenze e conoscenze per quanto riguarda i trattamenti possibili”.
Il convegno si avvale, per questo, del prezioso apporto dei maggiori esperti di diagnosi clinica e strumentale nonché di trattamento farmacologico e chirurgico di dolore facciale.