Nè con con lo stato nè con i forconi per la vera alternativa contro capitalisti e banchieri

Anche nel Molise sono stati organizzati i presidi di questi giorni dai “forconi” e, sebbene poco partecipati, non devono lasciare indifferenti.  Anche nel Molise, non solo i lavoratori ed i disoccupati, ma i piccoli artigiani e commercianti,  coltivatori diretti e padroncini del trasporto si sentono colpiti dalla crisi del mercato, dall’usura delle banche, e dall’aumento delle tasse per finanziare il debito pubblico a vantaggio del capitale finanziario. Tuttavia la loro rabbia sociale non può trovare sbocchi né nello stato, né nel “Movimento 9 Dicembre” che, in un clima di confusione, cerca solo di scatenare una guerra tra poveri, fuorviare la lotta, dirigendola il lavoro autonomo alla fine contro i diritti dei lavoratori, disoccupati e precari (tagli salariali, evasione, lavoro nero e attacco allo stato sociale. Non è casuale del resto la presenza anche se minoritaria di associazioni neo fasciste da sempre finanziate dai potenti.

Con tali proposte, questi piccoli lavoratori autonomi se seguiranno queste direzioni reazionarie o la demagogia fascistoide dei Calvani e dei Ferri (ex trombati politici di destra in cerca di nuove fortune) , rimarranno sempre sotto il dominio dei grandi capitalisti e non risolveranno nulla, ed aggraverebbero solo la condizione  di lavoratori,  disoccupati  e dello stato sociale. Così come il problema non è l’uscita dall’euro in sé, ma l’uscita dal sistema europeo capitalistico, dominato dai banchieri e dal grande capitale. Per questo anche nel Molise è necessario l’intervento del movimento dei lavoratori,  degli studenti, dei precari e dei disoccupati,  per spazzare via la fuorviante demagogia fascistoide e razzista, ed aggregare  a sé anche questo pezzo di società (il piccolo lavoro autonomo ed agricolo) colpito dalla crisi, su una piattaforma realmente rivoluzionaria che possa dare una giusta risposta al loro malessere:
abolire il debito pubblico verso le banche (con garanzie per il piccolo risparmio), nazionalizzare le banche senza indennizzo per i grandi azionisti, e unificarle in un’unica banca pubblica sotto controllo sociale, come condizione decisiva per liberare milioni di famiglie dall’oppressione del capitale finanziario, dalla stretta del credito, dal cappio di mutui usurai.
Questa è la piattaforma realmente rivoluzionaria che proponiamo pubblicamente, a tutti coloro che nel Molise manifestano la propria giusta rabbia sociale di piccoli lavoratori autonomi contro i potenti. Il movimento dei lavoratori e degli studenti anche nel Molise deve battersi per queste rivendicazioni, anche perché solo così potrebbe prendere la testa della rabbia sociale e di rivolta di questi settori ampi del “piccolo lavoro autonomo” ed aprire la strada per una Repubblica dei lavoratori, in grado di rovesciare veramente la dittatura dei banchieri, italiani ed europei.

IL COORDINATORE PCL
Tiziano Di Clemente

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