Il 02 febbraio dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone si è celebrata la prima udienza del processo volto ad accertare la verità sulla morte di Romina De Cesare, assassinata la notte tra il 2 e il 3 maggio 2022 in via del Plebiscito a Frosinone. Romina, ragazza originaria di Cerro al Volturno, ha trovato la morte per mano dall’ex fidanzato e convivente Pietro Ialongo, al quale pochi giorni prima del decesso aveva annunciato la sua intenzione di lasciare casa, in quanto la relazione tra i due era ormai già terminata da tempo.
In aula erano presenti, oltre l’imputato ed i suoi difensori, avv.ti Riccardo Di vizio e Vincenzo
Mercolino, il padre di Romina con l’avvocato Danilo Leva, nonché l’avvocato Fiore Di Ciuccio in
rappresentanza del fratello di Romina e l’avvocato Maria Calabrese in rappresentanza
dell’associazione Liberaluna Onlus che gestisce il Centro Antiviolenza Liberaluna è stata ammessa parte civile senza alcuna eccezione dalle parti. I difensori dell’imputato sono stati autorizzati ad una perizia psichiatrica di parte del dott. Ottavio che visiterà l’imputato presso la Casa circondariale di Frosinone, ove lo stesso è ristretto.
Nonostante la confessione dello Ialongo, il processo seguirà il suo corso affinché venga data giustizia alla ragazza che voleva solo riprendere in mano la propria vita e svincolarsi da una relazione che non sentiva più propria.
La responsabile del Centro Maria Grazia La Selva, si dice soddisfatta in quanto la violenza nei
confronti delle donne, in qualunque modo si esplichi, non rappresenta solo una lesione dei diritti della donna, un fatto privato, né tantomeno un “fatto di donne”, ma costituisce una profonda ferita per tutta la società. Le condotte contestate all’imputato, nella loro gravità rappresentano la diretta negazione delle finalità perseguite dall’Associazione, che da circa 9 anni promuove numerose azioni di formazione e informazione e protezione attraverso un Centro che accoglie le richieste di aiuto delle donne vittime di violenze.