Il Presidente della Giunta provinciale di Isernia, Luigi Mazzuto, e quello del Consiglio, Lauro Cicchino, hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina, alcuni dati emersi in occasione dell’ultimo incontro promosso dall’Upi con i Presidenti delle Province europee per discutere con le istituzioni degli Stati partener dell’Italia sui provvedimenti del Governo contro le Province. In particolare, durante l’incontro con la stampa, è emerso che il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ha constato che, in merito alla riforma delle Province, il Governo italiano non ha rispettato alcuni principi della Carta Europea delle autonomie locali.
“Lo Stato italiano – ha spiegato Mazzuto – ha disatteso la Carta europea delle autonomie locali. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, infatti, ha rilevato con rammarico che il principio dell’elezione diretta degli organi provinciale è rimesso in discussione con l’introduzione di elezioni indirette per le Province. Non vengono, dunque, rispettati i principi democratici. È stato, inoltre, evidenziato che esiste un’inadeguatezza delle risorse finanziarie di cui possono disporre liberamente gli enti locali nell’esercizio delle loro competenze e il fatto che tali risorse non siano sempre proporzionate alle competenze previste dalla legge. Il che significa, quindi, che le misure di austerità vanno a incidere direttamente sui servizi erogati. L’altra censura – ha sottolineato il Presidente – riguarda il fatto che soltanto le Regioni, e non anche le Province e i Comuni, hanno il diritto di presentare ricorso alla corte Costituzionale. È stato, quindi, raccomandato alla Commissione europea di intervenire direttamente sul Governo italiano su queste problematiche”. Il Presidente ha, poi, sottolineato come la Carta europea delle autonomie locali promuove il ruolo delle Province in quanto contribuiscono alla crescita dell’Europa. Ha, inoltre, messo in evidenza il controsenso della riforma delle Province che il Governo vuole attuare, partendo dal mancato svolgimento delle prossime elezioni. “Se le Province riandranno al voto – ha detto in proposito Mazzuto – i costi per gli apparati politici di questi enti si aggireranno complessivamente sui 38milioni di euro. Invece, con la proposta di riforma attuale che prevede di riassegnare ad altri enti i servizi delle Province, lo Stato spenderà 2 miliardi di euro. E questa è davvero una cosa incredibile. Non mettere in evidenza i costi di questa riforma è stato un vero e proprio ‘gioco a nascondino’ da parte del Governo. Noi – ha concluso Mazzuto – vogliamo difendere il nostro diritto ad esistere e, soprattutto, continuare a fornire ai cittadini tutti i servizi che ci sono stati affidati. Alla luce di tutto ciò, invito tutti i parlamentari molisani a intervenire a sostegno delle Province e dell’importante ruolo che svolgono”.
Il Presidente del Consiglio provinciale, Lauro Cicchino, si è, invece, soffermato sulla questione dei costi delle Province Italiane. Costi che, in base a un dossier elaborato dall’Upi, sono inferiori rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Le Province Italiane costituiscono, infatti, l’1,26 per cento della spesa pubblica contro il 6,3 per cento di quelle francesi, il 4,5 per cento di quelle tedesche e il 3,2 per cento di quelle spagnole. “Le Province – ha detto Cicchino – non costituiscono uno spreco. Esistono in quasi tutti i Paesi d’Europa. Hanno funzioni di area vasta e sono legate a tributi propri, diversamente da noi. Le Province Italiane, però, costano di meno delle altre presenti nei Paesi europei pur fornendo tanti servizi. E non a caso, nei loro bilanci, quasi tutte le voci riguardano i servizi. Tagliare sulle Province significa non poterli erogare più”.