Riceviamo e pubblichiamo
Percependo lo stato di malessere e le criticità di molti operatori economici, sento di dover dar voce alle condizioni di estremo disagio che mi vengono manifestate quotidianamente e che mi stanno molto a cuore.
Ancora una volta devo lamentare l’assenza di chiarezza delle norme regionali nonché della loro tempestività/opportunità di adozione.
Mi riferisco principalmente all’emanazione, nella tarda serata del17 maggio dell’ordinanza n. 31 con la quale “…è fatto onere alle strutture (attività dei servizi di ristorazione, dei servizi alla persona, e degli stabilimenti balneari di trasmettere alla Direzione Regionale della salute della Regione Molise un documento di valutazione dei rischi …”.
“…la non conformità del documento di valutazione dei rischi agli indirizzi operativi di cui all’allegato 1 determina l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 2 comma 1 del DL 16/5/2020 n. 33 nonché l’adozione dei PROVVEDIMENTI CAUTELARI di cui all’art. 2 comma 2 del medesimo decreto legge”.
La disposizione in commento, a parte l’esclusiva nazionale del provvedimento (da una frettolosa ricerca pare che il Molise sia stata tra le 20, l’unica Regione ad attuarlo) aggiunge, per i già esasperati operatori economici del settore, un ulteriore onere a quelli già abbastanza complicati legati all’osservanza delle disposizioni sulla riapertura, impedendo di fatto, pur nella sventolata e pubblicizzata possibilità concessa, agli operatori interessati di riaprire la loro attività il 18 maggio.
Orbene, non si può non considerare che, come sempre, l’inefficienza della burocrazia ricade sugli operatori economici e di chi li assiste, né posso sottacere che tali problematiche sono ben note al Presidente firmatario, anche per il suo trascorso ai vertici ordinistici professionali della Regione Molise.
Ancora, non si può non rilevare la farraginosa procedura e la complessità degli adempimenti richiesti per l’accesso alle agevolazioni previste per il prestito Micro Credito Covid 19 (delibera Giunta Regionale n. 115 del 30/03/2020), e del bando contributi per favorire la ripresa produttiva (riservato ai contribuenti il cui fatturato dell’ultimo esercizio era superiore a Euro 200.000,), per non parlare della tanto agognata CIG in deroga rimasta ancora sogno proibito.
A puro titolo informativo, la Regione Campania (rif. delibera n. 170 del 7 /4/2020) ha liquidato nel giro di otto giorni a TUTTI i richiedenti in possesso dei requisiti il contributo A FONDO PERDUTO di Euro 2.000 una tantum in modo automatico e non a sportello, con una semplice domanda corredata da autocertificazione/dichiarazione sostitutiva atto di notorietà ai sensi degli artt. 46-47 del DPR n. 445/2000.
E si badi bene, che la scelta delle procedure a sportello non fa altro che far accapigliare i poveri operatori economici che devono sperare solo nella fortuna nel far west del click day, né si può pensare che i 600 euro di marzo (per chi li ha ricevuti) abbiano risolto il loro problema economico, trattandosi solo di una goccia nel mare della disperazione.
Le imprese molisane, constatata la lontananza (l’inefficienza) dello Stato Centrale, hanno bisogno perlomeno di intravedere un futuro, di capire come potranno riprendersi da questo periodo, che non hanno bisogno di sentirsi elemosinati di soli 600 euro, che hanno bisogno di avere accanto una presenza costante e assidua, di sostegno morale, di ottimismo, di azione, di risposte rapide e precise e che mai come ora, devono rivolgere gioco-forza le loro speranze alle istituzioni che sono più vicine, che vivono e toccano con mano le loro problematiche.
Chi più della Regione Molise, poco più di un quartiere della capitale, con la capillare rappresentanza dei suoi politici, può intervenire con efficienza e rapidità?
Nella speranza che ciò avvenga, confidiamo che si tenga conto delle esigenze degli operatori molisani nei bandi di prossima emanazione (abbiamo ancora in mente l’infelice risultato del prestito “Mi fido di te”).
Romeo Fuoco Iscritto ODCEC Isernia