Lettera aperta di Emilio Izzo al Vescovo di Isernia-Venafro s.e.Camillo Cibotti

Eccellenza, La disturbo e La distraggo per un attimo dalla Sua Missione per sottoporLe due problemi mai risolti o quasi. Lo faccio in primis da cittadino ovviamente, da credente e da ultimo come funzionario del ministero dei Beni Culturali. Chi mi conosce sa bene che, aldilà del ruolo lavorativo, ho sempre seguito con particolare calore tutto ciò che attiene al patrimonio culturale e che di sovente mi adopero per sollevare l’attenzione su di essi, in modo particolare su quei Beni offesi e maltrattati per mancanza di tutela e di amorevole attenzione. In tali vesti sono incappato, mio malgrado, anche in monumenti che appartengono al clero o che, comunque, richiamano attinenze e vicinanze al percorso cristiano.

Solo come esempio Le cito i lunghi scavi all’interno della cattedrale all’indomani del sisma dell’84 che portarono alla luce i magnifici resti di quello che fu inizialmente un tempio pagano sul quale successivamente si elevò l’attuale luogo di culto. Ebbene, prima di ora e comunque a fasi alterne, non sempre l’attenzione per quel luogo è stata all’altezza del Bene rinvenuto e non poco si è dovuto penare per cercare di mettere a regime la sua fruizione. In ogni modo, adesso qualcosa è cambiato. Ma non era questo l’oggetto delle mie attenzioni, mi perdoni il giro largo, ma forse così facendo potrà essere più chiara la chiave di lettura di questo mio scritto. Veniamo al dunque. Lei in questi giorni ha posto in essere un provvedimento tanto importante quanto coraggioso. Mi riferisco alla sospensione delle attività, cosiddette di esorcismo, tanto in voga nell’ultimo ventennio nella nostra città, assurta a luogo preferito del demonio e sponsorizzata da un suo illustre predecessore, quel mons. Andrea Gemma che tante anime innocenti ha fatto tribolare con quel suo modo di essere particolarmente contro satana, comunque e a prescindere, senza se e senza ma, coinvolgendo emotivamente masse di malcapitati e di sfortunati. Del resto anche Lei ha riscontrato gravi abusi e irregolarità nell’attività di cui sopra e ha deciso di porre un freno alla medesima. Mi perdoni eccellenza, prima di farle giungere la mia personale ma convinta richiesta, vorrei ricordarLe e ricordare ai tanti distratti che l’intensa attività contro il male ebbe inizio appena dopo lo scempio paesaggistico-ambientale che fu posto in essere nei confronti di quel luogo ex ameno dell’eremo dei SS. Cosma e Damiano, disastro notevole che, oltre ad oltraggiare la storia laica e cristiana, mise a repentaglio le basi stesse del monumento a seguito di scellerati e mai autorizzati lavori per eseguire un camminamento inutile e brutale. Certo, la parziale abusiva realizzazione di quell’hotel a 5 stelle proprio difronte all’ingresso del santo luogo, sperperando 13 miliardi delle vecchie lire pubbliche e demolendo l’immagine e i posti intrisi di storia, oltre che arrecare un danno irreparabile, ha fatto circondare di un’aureola colpevole l’intera curia, colpa che ancora oggi non si riesce a cancellare anche perché quello scatolone di cemento, ferro e vetro, rimane una vergogna visibilissima ed inutilizzata. Potremmo aggiungere che, per un lasso di tempo, in quello stesso contenitore, furono “custodite” all’insaputa di tutti, le antichissime e pesantissime porte in legno della cattedrale le quali, nottetempo e dopo una costosissima operazione di restauro eseguita con fondi pubblici dai Beni Culturali, furono, senza autorizzazione alcuna, rimosse per essere sostituite con nuove e poco esaltanti porte in bronzo. Le risparmio la non edificante attività investigativa e giudiziaria che ne seguirono, ormai lasciate alle cronache ed agli annali, ma resta viva l’amarezza per quel luogo sacro e di culto gravemente mortificato e poi offeso ancor più dai successivi riti satanici che si consumarono da quelle parti. Ebbene, a Lei va tutta la mia personale ammirazione per aver voluto adottare il provvedimento di sospensione, ancor più le saprò esser grato se riuscirà ad evitare per sempre questa pratica, a mio modesto modo cristiano di pensare, poco nel segno del creatore. Ancor più grato Le sarò se saprà ridare un senso a quel luogo e a quello scempio voluto da uomini poco degni e mai sazi di scelleratezze. Il secondo aspetto che vorrei sottoporLe, purtroppo richiama avvenimenti passati e ancor più presenti. Nella nostra città, come Lei sa, ci onoriamo dei natali (fino a prova contraria) di quel Pietro Angelerio assurto al trono papale col nome di Celestino V e poi celestiale di San Pietro Celestino, in onore del quale in questi giorni si sono concluse le iniziative celebrative dell’anno celestiniano in occasione del suo ottantesimo anniversario dalla nascita. Nella medesima Aesernia, meno conosciuto (forse) dopo la chiesa che porta il nome del papa santo, ubicata nella parte più a valle del centro storico cittadino, si ergeva e ne restano evidenti segni, il convento celestiniano, voluto proprio dal papa e che vide la sua realizzazione negli anni tra il 1272 e 1276. Il luogo a ridosso della città attuale, all’altezza del ponte della linea ferroviaria Campobasso-Roma-Napoli, a mezza costa nella parte superiore della forra del fiume Carpino e tangente il tratturo Castel di Sangro-Lucera, è stato martoriato negli ultimi anni nel silenzio più assoluto da una cementificazione selvaggia parzialmente abusiva e da una violenza senza precedenti. Purtroppo dell’antico monastero non resta traccia, i lavori ne hanno cancellato definitivamente ogni segno, appaiono invece incredibilmente e meravigliosamente evidenti, i ruderi restaurati dallo stato, della chiesa annessa al complesso monumentale. Il luogo oggi, benché recuperato con fondi ministeriali e nonostante la sua natura decisamente ecclesiastica, attiene al patrimonio comunale e, come tale, dovrebbe essere tutelato e valorizzato. Ecco il secondo dramma! Eccellenza, immagino che nessuno ha avuto il coraggio di riferirLe che nella città natale di papa Celestino e nell’anno giubilare ad lui dedicato da poco ultimato, quel luogo è meta solo ed unicamente di incuria e di inciviltà dove rovi, erbacce e foreste spinose la fanno da padrone togliendo al sacro luogo di culto quell’ultimo barlume di civiltà passata. Negli anni ho provato a tenere iniziative civiche per sensibilizzare amici e cittadini al fine di ripulire quei luoghi e ridargli un poco di dignità, ci sono state belle adesioni ma l’esempio non è servito per far sì che l’amministrazione comunale si adoperasse per inserire il sito tra quelli da tenere gelosamente custoditi. Che tristezza. Eccellenza, con il suo predecessore avevo stabilito un rapporto di sincera stima reciproca ed eravamo in animo di adoperarci, ognuno per il proprio mandato, al fine di ridare speranze laiche e cristiane per questi Beni di tutti. Fra qualche giorno sarò ancora una volta a protestare civilmente davanti ai resti del convento, sarei felice di vederla accorrere a sostegno dell’iniziativa, anche solo moralmente, sarei onorato di poter scrivere con lei una nuova pagina di sana laicità e sacra cristianità.

Con stima.

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