Sono state depositate al Tribunale di Isernia le motivazioni della Sentenza della Giudice Vera Iaselli n.956/2016 del 18/10/2016 – sul noto “processo BELLA CIAO” – che ha assolto con formula piena i sette antifascisti molisani, tra cui anche la rappresentanza del PCL MOLISE, perché il fatto non costituisce reato. Il sostituto Scioli e l’ex Gip Messa gli avevano accusati ingiustamente di “reato” per aver raggiunto Via Graziani in Isernia il 29/10/2011 intonando slogan tipo “il Molise è antifascista” e il canto “Bella Ciao” ed aveva chiesto di condannarli al carcere e multe salate, utilizzando una norma di epoca fascista anticostituzionale, che andrebbe peraltro abrogata (art.18 Regio Decreto 773/1931).
Invero il “reato” da perseguire è nell’apologia di fascismo o nel concedere sale istituzionali della Provincia di Isernia a gruppi nazifascisti (ed era questo l’oggetto della protesta). Ma tant’è.
Nondimeno, pur nel terno al lotto della giustizia borghese, se incontri un giudice in buona fede, serio e professionalmente capace, puoi sempre rimediare alle ingiustizie giudiziarie: con la detta Sentenza, espressione di pregevole levatura professionale ed imparzialità, il Giudice Iaselli ha rispedito al mittente la pretesa del sost. Scioli, essendo essa totalmente destituita di fondamento e priva di ogni pregio e senso giuridico-fattuale.
Sul piano giuridico, come correttamente accertato dal Giudice Iaselli, il fatto si riconduce ad un canto estemporaneo di persone giunte alla spicciolata in Via XXIV Maggio, avvenuto nel rispetto sostanziale di ogni limitazione prescritta nella contingenza concreta dei fatti, connotato da un comportamento civile; né poteva mettersi in discussione la libertà di movimento e di circolazione alla spicciolata delle singole persone, come preteso dall’assurda “ tesi accusatoria” secondo cui il semplice spostamento tout court di persone dal sit in autorizzato avrebbe rappresentato “l’’infrazione”. La sentenza Iaselli, inoltre richiama gli aspetti di anticostituzionalità della norma fascista utilizzata dal sost. Scioli, affermando che a fronte della compressione del diritto di riunione ex art.17 Costituzione si richiede ben altro per poter configurare la “violazione” infondatamente dedotta dal sostituto Scioli.
Ferma restando la nostra analisi generale sulla natura di classe dello stato e della giustizia borghese, l’onestà del vero impone di osservare che questa Sentenza di lodevole spessore professionale e giuridico del Giudice Iaselli, rappresenta, nella nostra realtà locale, una importante barriera giuridica in difesa delle nostre libertà democratiche di lotta sociale anticapitalista ed antifascista, da chi vorrebbe reprimerle per via giudiziaria, ponendosi in contrasto con gli stessi elementari principi costituzionali di cui all’art.21 e 17 della Costituzione.
Proprio per questo il PCL Molise, oltre alla prioritaria lotta politica contro la repressione attuata dai locali apparati dello stato, attuerà anche la necessaria difesa legale della libertà politica, contro la repressione giudiziaria locale: sicché pure su questo specifico caso, deferirà il PM Scioli l’ex Gip Messa presso la Procura di Bari e in sede disciplinare, oltre che per violazione dell’obbligo di astensione verso il PCL Molise, per verificare nel merito del suo operato ipotesi di abusi giudiziari in violazione dell’art.21 e dell’art. 17 della Costituzione in nostro ingiusto danno. Vista anche la sistematicità di tali azioni censorie della nostra legittima libertà di espressione sempre da parte del sostituto Scioli, essendovi altri noti casi analoghi.
Mentre dilagano traffico illecito di rifiuti, avvelenamento dell’aria, saccheggi ambientali e di denaro pubblico, abusi di potere, diretti dal vari comitati e camarille locali della borghesia e dei loro governanti, si è tentato di nuovamente di colpire con la repressione giudiziaria il PCL Molise (in tal caso con esso l’antifascismo molisano), sempre in prima fila nell’opporsi alle suddette nefandezze del sistema di potere locale.
In fondo anche questo è fascismo: e tali vicende ci parlano della Resistenza tradita, ci ricordano che il fascismo non è realmente finito il 25 aprile del ’45 e con la Costituzione del ’48.
Isernia, processo “Bella Ciao”, depositate le motivazioni della Sentenza. Assolti i sette imputati molisani
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