Isernia/ Parcheggi a pagamento in funzione di quali interessi?

Riceviamo e pubblichiamo

Chiediamo l’immediata revoca della assurda ed antisociale decisione della destra al Comune di Isernia, di incrementare del 60% le tariffe orarie dei parcheggi a pagamento (da 50 a 80 centesimi) e di aumentare gli stessi da 565 a 827, sottraendo ulteriori posti alla gratuita fruibilità. Un ulteriore balzello sulle classi lavoratrici locali, soprattutto pendolari, spropositato per la specifica realtà locale, già impoverita dalla macelleria sociale dei vari governi e giunte, di destra o del PD, negli ultimi anni.

Ma quali sono le ragioni di tale improvvisa decisione?

La tariffa dei parcheggi ha carattere tributario e perciò si fonda giuridicamente solo sull’interesse pubblico connesso al piano del traffico. Ma è evidente che non c’è nessuna sopravvenuta “emergenza parcheggi” o di traffico, tale da “giustificare” tali aumenti di tariffe e di posti a pagamento. Se di “interesse pubblico” non v’è traccia, rimangono due ragioni reali alla base della delibera: l’intento di fare cassa o, peggio ancora, scopi di lucro finalizzati a rendere conveniente l’affare alla futura società commerciale privata concessionaria. Entrambe la rendono dunque illegittima per assenza o carenza di interesse pubblico, oltre che iniqua socialmente. Ed è un affare grosso: 827 posti, se già fossero impegnati in media già per sole 4 ore al giorno (stima molto prudente), su 312 giorni all’anno, darebbero un ricavo annuo stimabile in oltre 1 milione e 32 mila euro, a fronte di un canone annuo di soli 150 mila euro (base di gara).

Ovviamente l’affare aumenta notevolmente aumentando le ore medie di fruizione come è probabile che sia, e con l’aggiunta dei posti in abbonamento. Non solo: tutte queste risorse tratte dalle tasche delle masse lavoratrici isernine e pendolari non andranno al Comune (per incrementare occupazione e servizi) ma solo a profitto della società privata.

Né si comprende perché il Comune non assuma la gestione diretta. Vieppiù. Non risulta verificato il rispetto della dotazione minima di mq. 2,50 di aree per parcheggi pubblici gratuiti per abitante, imposta dall’art. art. 3 del D. M. 2 aprile 1968 e della riserva di appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione di cui all’art.2 della L. n.122/1999 . Stessa questione per gli invalidi: c’è il rispetto del parametro ex art. 11 del DPR 503/1996, della riserva di almeno un posto gratuito ogni 50 (o frazione) ? Peraltro noi rivendichiamo di esercitare la facoltà comunale di aumentare almeno 3 per ogni 50 i posti riservati agli invalidi spesso penalizzati. Così come rivendichiamo agevolazioni per disoccupati, precari e persone non agiate. Con le loro rozze campagne anti migranti, fatte per distrarre la popolazione dai veri responsabili del disastro sociale essi stessi inclusi, lor signori urlano “prima gli isernini”… ed ecco come li trattano “gli isernini”, salvo che non siano possidenti e benestanti a cui consegnare lucrosi affari a spese della collettività. Questo ulteriore balzello, peraltro, fa parte della tipica filosofia fiscale di destra, quella delle tassazioni “indirette”, tipo la “tassa piatta” di Salvini, che colpisce allo stesso modo ricconi e proletari, a solo vantaggio dei ricconi ed a danno di milioni di famiglie, che subiranno gli ulteriori tagli antisociali a causa dei miliardi affrancati a grandi evasori, capitalisti e possidenti.

Partito Comunista dei Lavoratori – Nucleo Isernia

Tiziano Di Clemente

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