Isernia/ Lotto ‘zero’, il Pcl chiama in causa il governatore del Molise

Dal Pcl riceviamo e pubblichiamo

Mentre la Regione Molise, nonostante sollecitata più volte nulla sta facendo presso il Ministero competente per il rinnovo della mobilità in deroga verso i tanti ex lavoratori colpiti dalla crisi capitalistica, il governatore Toma non ha invece perso tempo per dichiararsi in favore dell’inutile e dannoso “Lotto zero” mettendo così a repentaglio una vasta area verde a vocazione agricola e con importanti sorgenti, nonché sperperando ingenti risorse pubbliche altrimenti destinabili ad un importante piano occupazionale nell’edilizia per realizzare opere utili, a partire dalla messa in sicurezza del territorio molisano (viadotti pericolanti, frane, scuole e via dicendo). Vogliamo però ricordare di cosa si parla: otto viadotti -qualcuno passa anche sulla casa di abitanti del luogo- e due gallerie, per collegare 5 km tra i bivii di Pesche e Miranda . Pazzesco!

Dati tratti dalle delibere del comune di Isernia dal 2004 in poi : Costo della sola progettazione : da 250 mila euro nel 2004 a 4 milioni, di cui buona parte già erogata a tre progettisti ATI; Costo dell’opera : da 18 milioni nel 2004 a 170 milioni; In ogni caso siamo già a 34 milioni per ogni Km di collegamento in linea d’aria tra Pesche e Miranda. Per ora. Alla base l’assenza di un serio studio del traffico: nella scheda dell’ANAS il Lotto zero servirebbe“ad agevolare il collegamento tra Isernia e Castel Di Sangro ”, mentre è evidente che questa utilità è già stata interamente assicurata dal Lotto 1 (!!!), che infatti è raggiungibile in 3-5 minuti dallo svincolo di Isernia Nord , peraltro sul traffico ridottissimo che v’è tra Campobasso e Castel Di Sangro !

Altra fuffa fu poi aggiunta dalla Giunta di destra del nefasto decennio 2002/2012 con la ridicola “tesi” secondo cui “si sarebbe decongestionato il traffico di Isernia Nord”, ben sapendo che questo deriva essenzialmente da chi entra a Isernia Nord, non da chi è diretto a Castel di Sangro (solo 2-3 auto ogni tanto percorrono il tratto dal bivio di San Lazzaro in poi verso Castel di Sangro! Chi come noi conosce i luoghi lo sa. Orbene, cosa ha di “pubblico” questa mega opera ? Nulla, salvo il dispendio ingente di risorse erariali, inchieste a parte di cui si attende l’esito (Corte dei Conti, ANAC, istanze di revoca in autotutela, nonché prossime da adire Procure di Campobasso e Roma).

Essa neanche giuridicamente è qualificabile “opera pubblica”, vista assenza di quella utilità pubblica che nel caso di specie non esiste. Ma il lotto zero non è solo inutile, è altamente dannoso: a parte l’ingente sperpero erariale, v’è il nefasto consumo di suolo in una bella zona verde che sarebbe devastata e che invece si presterebbe ad un recupero dell’ottima e sana vocazione agricola combinata con la presenza delle importanti sorgenti anch’esse da salvaguardare e valorizzare.

In proposito si osserva che l’attuale giunta di destra di Isernia, essendo favorevole al “Lotto zero”, non si è resa conto di quanto scritto nel suo stesso programma esposto all’Albo: “ E’ necessario porre un freno alla cementificazione e privilegiare, invece, l’ampliamento delle superfici destinate a verde pubblico”. Sic! Non solo: si è dimenticata del “ Parco Storico, Archeologico, Naturale, Scientifico e Tecnologico dell’Acqua”, di cui alla delibera di G.C. 62/2005 su finanziamento CIPE, che insiste proprio nella zona dove dovrebbe sorgere questo “Lotto Zero”. Sic! Sic! Ma per lor signori una “idea buona” nel programma è solo scritta per sbaglio o per qualche altro fine, perché al di là della fuffa elettorale la loro concezione è sempre quella retrograda e predatoria, della cementificazione selvaggia stile anni ’60.

Ed invero anche la dichiarazione di Toma è incoerente con quella di contrarietà al Lotto Zero fatta dalla precedente giunta regionale per il tramite dell’ ex assessore Nagni, segno che la discontinuità rispetto alla precedente giunta consiste solo nel cadere dalla padella nella brace. Dunque si delibera senza conoscere, ma guarda caso sempre nella stessa direzione: il profitto di pochi in danno al resto della società, mentre con questi esempi si conferma la natura di queste giunte di ogni colore, quali “comitati d’affari della borghesia” , come insegnava il sempre attualissimo Carlo Marx.

IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente

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