ra le celebrazioni per il 25 Aprile in Molise figura quella a Monte Marrone con il ricordo della storia di Giaime Pintor, il partigiano comunista caduto il 1 dicembre 1943 a soli 24 anni ai piedi di Monte Marrone a Castelnuovo Al Volturno. Pubblichiamo alcuni stralci della nota della sezione molisana del PCL.
“Una giovane vita spezzata per liberare l’Italia dall’oppressione nazista e dai loro vili servi fascisti; una promessa di talento letterario che stava vivendo la sua evoluzione verso il marxismo e la prospettiva socialista intesa come lotta per una società più libera e più giusta.
Esattamente l’opposto dell’oppressione capitalista, sia nella sua versione “liberale” sua nella sua versione fascista. Altro che “equiparazione”… Ed anzi, proprio di fronte alla celebrazione del 25 aprile sul cippo di Pintor a Castelnuovo, rinnoviamo la “domanda collettiva”: come si sarebbe posto Pintor di fronte ai fatti futuri sussunti nella conclusione di Calamandrei circa la nuova Costituzione del ’48 come «promessa di una rivoluzione tradita»? Di fronte alla continuità, nella repubblica “democratica”, del dominio di classe di quelli stessi capitalisti, banchieri e latifondisti che avevano foraggiato il regime criminale di Mussolini?
Di fronte ai crimini e al tradimento controrivoluzionario dello stalinismo- continua la nota del PCL Molise- perpetrato verso il socialismo e dunque, mediante la dirigenza togliattiana del PCI, anche verso le più emancipate aspirazioni della stessa Resistenza italiana ? Fu infatti l’eroismo dell’Armata Rossa a sconfiggere i nazisti, non grazie a Stalin, anzi nonostante Stalin e la sua cricca di regime che aveva agito al contrario per propri tornaconti spartitori, sino ad un minuto prima dell’invasione. Invero nella lettera di Giaime al fratello Luigi prima cadere, scrisse di aver disertato l’esercito di Badoglio denunciandone la continuità con il vecchio regime, e assunse la Resistenza partigiana e le sue più emancipate prospettive come reale alternativa al fascismo e alle classi dominanti che lo avevano sostenuto per schiacciare le classi sfruttate. Proprio quelle parole di Pintor ci ricordano, dunque, che la Resistenza continua”.
Poi dal PCL ricordano una loro iniziativa.
“Il 24 aprile 2020 inoltrammo al comune di Isernia istanza per intitolare al partigiano Pintor l’attuale via Giovanni Berta (nome utilizzato per esaltare lo squadrismo criminale fascista degli anni ’20 e perciò abolito in tutta Italia, tranne a Isernia). Sollecitiamo una risposta. Senza la memoria, senza la conoscenza della storia, spesso si ricade negli errori del passato, si capisce molto meno del presente, e si rischia un futuro peggiore”.