Riceviamo e pubblichiamo la diffida inoltrata al Comune di Isernia dal PCL:
PREMESSO CHE:
L’aumento del 60% delle tariffe, e dei posti a pagamento da 565 a 827 peraltro con l’ancora più ingiustificabile aumento dell’ulteriore 5%, combinato con la assurda privatizzazione, serve solo a creare ingenti profitti MILIONARI per la società privata affidataria, a spese di tanti lavoratori pendolari e residenti che già subiscono la macelleria sociale delle politiche governative capitalistiche, per cui non sussiste alcun fondamento di interesse pubblico nell’adozione dell’atto amministrativo;
La stessa sospensione dei parcheggi a pagamento dopo le proteste popolari si è tradotta in un felicissimo esperimento che ha dimostrato in modo indubbio come Isernia, nonostante costruita male per le speculazioni della borghesia del cemento, non ha alcun bisogno dei parcheggi a pagamento, la cui fruibilità gratuita scorreva tranquillamente, ed anzi la gratuità ha facilitato il traffico e ridotto l’inquinamento, perché tante auto evitano di girare a vuoto alla ricerca di un parcheggio gratuito;
Le vibrate e diffuse proteste popolari sono state inauditamente ignorate da un potere comunale tutto orientato verso interessi di classe padronali e di profitto mediante le privatizzazioni;
PRESO ATTO CHE
Sussiste, nella delibera adottata, l’assenza/omissione della relazione tecnica che dimostra il rispetto dei seguenti parametri urbanistici:
a)- dotazione minima di mq. 2,50 di aree per parcheggi pubblici gratuiti per abitante, imposta dall’art. 3 del D. M. 2 aprile 1968;
b)- riserva di parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione prescritti dall’art.2 della L. n.122/1999; rispetto del parametro ex art. 11 del DPR 503/1996, cioè della riserva di almeno un posto almeno per ogni 50 o frazione a pagamento.
SI DIFFIDANO
Gli organi in indirizzo a revocare/annullare immediatamente e senza indugio alcuno la decisione di ripristinare i parcheggi a pagamento.
In caso contrario ci si attiverà per porre in essere tutte le azioni popolari per rendere socialmente inapplicabili le dette vessazioni, incluse le azioni legali di tutela per ricorso contro le multe per chi si rifiuta di pagare, e di denuncia, che ci sono state diffusamente sollecitate, avverso tutti i responsabili politici di tale decisione.
IL COORDINATORE
Tiziano Di Clemente