Giro di cocaina, cannabis e usura, inoltre percepivano anche il Reddito di cittadinanza. 5 gli arresti in un aoperazione della Procura di Isernia.
I dettagli:
Le indagini che hanno portato all’operazione antidroga di questa mattina, hanno permesso di stroncare un sodalizio criminale dedito principalmente allo spaccio minuto di cocaina e derivati della cannabis, tra Isernia e numerosi comuni della provincia. Le investigazioni hanno tratto origine, già a dicembre del 2018, dalla denuncia di una madre preoccupata e allo stesso tempo stremata dalle incessanti richieste di denaro del figlio, finalizzate all’acquisto di stupefacenti.
I primi accertamenti condotti hanno così permesso di far emergere un sospetto andirivieni di tossicodipendenti da un’abitazione di edilizia popolare del quartiere San Leucio di Isernia, nonché un successivo e progressivo spostamento nella zona del Codacchio, nel centro storico del Capoluogo.
I tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, sono stati poi integrati da mirate e selettive attività tecniche di pedinamento satellitare G.P.S., da riprese video e fotografiche a distanza e da intercettazioni telefoniche e telematiche. Nonostante il ricorso nelle conversazioni telefoniche a uno striminzito ed essenziale linguaggio, peraltro fatto anche di espressioni pseudo-convenzionali che variavano da cliente a cliente, è stato individuato un rilevante numero di acquirenti, quasi tutti già identificati, tra i quali purtroppo anche giovani studenti degli istituti scolastici della provincia, i quali dopo le prime reticenze iniziali, messi di fronte alle evidenze investigative, non hanno potuto fare altro che confermare la loro condizione di assuntori di cocaina e la circostanza di avere ripetutamente ricevuto lo stupefacente dagli arrestati, dietro pagamento in contanti.
Gravi e significative sono peraltro l’accertata circostanza dell’impiego di due minori negli spostamenti della cocaina da un indirizzo all’altro, nel tentativo di eludere eventuali investigazioni, come il fatto che una delle due donne destinatarie della custodia cautelare, pluripregiudicata per reati vari, continuasse imperterrita la sua attività di pusher nonostante la misura della detenzione domiciliare alla quale era sottoposta.
USURA: Nel corso delle investigazioni, è stata anche documentata l’attività usuraia portata avanti dai rom indagati nei confronti di un commerciante del luogo, indotto ad esborsare somme esorbitanti a fronte di un piccolo prestito in denaro contante iniziale, richiesto agli indagati per fare fronte alle difficoltà economiche sopravvenute. Il malcapitato, nei cui confronti le pretese di versamento degli interessi assumevano a mano a mano una connotazione anche estorsiva a fronte delle difficoltà nel pagamento dei ratei mensili di interessi, dovuti nella misura del 300%, stava addirittura valutando la possibilità di chiusura dell’esercizio commerciale. Ai militari del Nucleo Investigativo di Isernia, guidati dal Tenente Colonnello Datti Marco, che hanno condotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, si sono aggiunti nell’operazione di questa mattina anche i militari delle Compagnie di Isernia, Venafro e Agnone del Comando Provinciale di Isernia, guidati dal Tenente Colonnello Ventriglia Gennaro, supportati da unità specializzate per la ricerca di stupefacenti del Nucleo Cinofili dell’Arma di Chieti.
ARRESTI: In manette due famiglie rom legate da stretti vincoli parentali, tutti residenti a Isernia. A finire in carcere un 23enne e la compagna 27 enne; un 50enne, e un 20enne, mentre la quinta ordinanza di custodia cautelare è stata notificata a un altro 50enne, presso la Casa Circondariale della Campania dove già era stata condotta ad Aprile, per altra causa, sempre su segnalazione dei Carabinieri. Ulteriori tre membri della famiglia sono stati, invece, denunciati a p.l., e dovranno rispondere, a vario titolo, per le ipotesi accusatorie di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.
A conferma della spiccata indole delinquenziale degli indagati sono state infine contestate, a seguito delle investigazioni svolte, anche ipotesi delittuose in tema di reddito di cittadinanza, percepito abusivamente o in misura non dovuta da due rom mediante false dichiarazioni in atti. A mezzo dell’I.N.P.S., è stata avviata la procedura di recupero delle somme”.