Alle 11.00 in punto di mercoledì 12 ottobre, senza attese e senza scuse di circostanza, siamo stati ricevuti, come promesso, da S.E. il Vescovo della Diocesi Isernia-Venafro, Camillo Cibotti. Nessun filtro, nessuna censura, abbiamo guadagnato la saletta al piano superiore senza scorte ne controlli, la cordialità del segretario particolare è stata l’unica nota, peraltro positiva e gradita, che abbiamo trovato sul nostro percorso. Il tempo delle presentazioni e già S.E. era al nostro cospetto per salutarci e farci accomodare. Nessun convenevole, la parola subito a noi per illustrare i motivi della visita e di quelle che noi vediamo come possibili soluzioni. Attento, serio, preoccupato ma sempre con una disponibilità percepita, reale, quella che ci ha permesso per una buona mezz’ora di esporre ed articolare l’ormai nota vicenda che affligge 35 famiglie, quelle dei cantonieri-autisti della provincia di Isernia che da più di mezzo mese sono con un presidio permanente davanti ai cancelli dell’ente di via Berta, con il sole e con l’acqua, convinti che qualcuno saprà raccogliere il loro grido di aiuto. E, come nostra speranza, il vescovo, oltre agli evidenti interrogativi sul perché non si pone fine a questo stillicidio, viste le risibili richieste da parte dei dimostranti, ha saputo infondere serenità a tutti con un modo di fare non uguale a chi si interessa di politica e, parimenti, ha colto tutta la disperazione negli occhi dei delegati, tanto da promettere ogni suo interessamento ed intervento nei confronti del presidente Coia e del presidente Frattura utile a scongiurare un presente ed un futuro ancora più neri di ieri come oggi.
Ma S.E. ha fatto di più, ha accettato di essere presente oggi venerdì 14 ottobre davanti alla provincia ad una nuova iniziativa del Comitato, quella più importante e sentita, quella che vedrà ufficialmente gli ex cantonieri-autisti intitolare il presidio di lotta, nonché Comitato medesimo, ad un loro collega prematuramente scomparso questa estate, Osvaldo Pallotta. Amico e collega sempre presente al lavoro prima e alla lotta dopo, prima di lasciarci tragicamente, non solo per aver subito un danno fisico, ma ancor peggio, per i subdoli meccanismi che vanno sotto il nome di cattiva sanità e che lo hanno costretto a lasciare ad un futuro incerto moglie e tre figli. E proprio loro, i componenti della famiglia Pallotta, saranno presenti all’iniziativa per ricordare a tutti il valore del lavoro, il valore della vita, il valore dell’impegno, quello che loro continueranno a mettere in questa lotta di giustizia sociale, nonostante il loro caro marito e padre non potrà più goderne. Merito e rispetto verso di loro. Tutti sono invitati a portare fisicamente la loro solidarietà e vicinanza.