Frosolone, incontro con Don Luigi Ciotti. L’intervento del consigliere Petraroia

Riceviamo e pubblichiamo

Ampi stralci dell’ultima Relazione Semestrale della D.I.A. al Parlamento confermano l’esposizione del Molise al rischio di infiltrazioni mafiose, e menzionano specificamente a pag. 110 anche l’attività della cosca Ferrazzo di Crotone legata all’Ndrangheta (All.1).

Proprio in questi giorni, come attesta la stampa locale (All. 2 e All. 3), su disposizioni dell’Autorità Giudiziaria è stato eseguito lo sfratto di uno dei boss della stessa cosca, costretto dall’obbligo di dimora in un Comune di 1.400 abitanti, che ha trovato ospitalità in alcune famiglie del posto in attesa di una sistemazione alternativa.

Sulla questione, delicata e complessa, il Sindaco del Comune di San Giacomo degli Schiavoni (CB) si è rivolto al Prefetto di Campobasso rappresentandogli la giustificata preoccupazione della comunità locale ed è ancora in attesa di un riscontro auspicabilmente risolutivo del problema.

La problematica delle infiltrazioni mafiose in Molise è stata posta da anni agli Organi dello Stato citando il tentato sequestro di Lea Garofalo a Campobasso, le operazioni sul clan Ferrazzo del 2012, una serie di confische di beni, imprese e attività alla camorra, la presenza di figure di spicco a vario titolo della criminalità organizzata a Venafro, Isernia, Termoli, Campobasso e altre località del Molise, e più recentemente soffermandosi su diversi eventi intimidatori accaduti a confine con la Provincia di Foggia (All. 4).

A fronte delle sollecitazioni, delle iniziative istituzionali, delle mozioni adottate in Consiglio Regionale, delle interpellanze parlamentari e delle manifestazioni promosse sul territorio da varie associazioni, permane il silenzio dello Stato che ha scelto di sopprimere il Comando Regionale dei Carabinieri, ed il distaccamento della Polizia Stradale di Larino, non ha ancora definito le nomine dei nuovi Procuratori della Repubblica di Campobasso e Larino, e non ha potenziato gli Organici delle Forze dell’Ordine, nel mentre prosegue l’arrivo di boss dall’esterno. (All. 5).

Le fragilità del nostro tessuto sociale si sommano alla drammatica fuga dei giovani, allo spopolamento delle aree interne e al taglio di servizi pubblici essenziali come la sanità, i trasporti e la scuola, determinando un impoverimento generale, materiale e culturale, che rende impari lo scontro tra legalità e illegalità.

Questa consapevolezza non deve indurci alla resa, ma al contrario, deve spronarci ad unire tutte le energie disponibili a livello locale e nazionale, per lottare insieme a tutela delle nostre comunità e dei nostri giovani.

Michele Petraroia

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